Le idee imprenditoriali che hanno fatto la storia

Ford, catena di montaggio. Più salario, meno ore di lavoro

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Gli imprenditori sono persone che rischiano personalmente senza la sicurezza di riuscire nella loro impresa. Ma senza gli imprenditori e le loro intuizioni non avremmo compiuto tanti passi in avanti nelle innovazioni e nel progresso tecnico, economico e sociale. Quindi quando tu, industriale, artigiano o commerciante, ti senti da solo con i tuoi pensieri e le tue ansie, pensa a imprenditori iconici che hanno vissuto tutto questo prima di te e che da loro hai sempre qualcosa da imparare.

Henry Ford fonda la casa automobilistica Ford, 120 anni fa

Universalmente ricordato per aver inventato la catena di montaggio, ma meno noto per aver aumentato il salario minimo a 5 dollari (il doppio della media nel 1914), per aver ridotto la giornata lavorativa da 9 a 8 ore per 48 ore settimanali, e per essere sopravvissuto a due fallimenti, Henry Ford, fondatore della Ford Motor Company, nacque il 30 luglio 1863, un giovedì, in una fattoria di Greenfield, nel Michigan, da una benestante famiglia di agricoltori irlandesi. Quando morì per emorragia cerebrale alle ore 23,45 del 7 aprile nel 1947 a Dearborn, nella contea di Wayne (Michigan), all’età di 84 anni, il suo patrimonio ammontava a un miliardo di dollari.

Una passione precoce la sua per la tecnica: fin da ragazzo, infatti, si interessava a qualsiasi ogget- to meccanico gli capitasse fra le mani, girava sempre con le tasche piene di bulloni e di viti, e a 15 anni era in grado di riparare qualsiasi orologio. Ma a 12 anni fu fulgorato da un episodio che gli cambiò la vita. Mentre con il padre e la madre si stava recando a Detroit su una vettura a cavalli, vide ai margini della strada una locomobile. Immediatamente saltò a terra e andò a confabulare con il macchinista per farsi spiegare meccanismi e funzionamento di quel mezzo.

Detto, fatto. Abbandonata la scuola comunale, entrò come garzone nell’officina di macchine della Drydock Engine, dove si meritò il titolo di “macchinista” prima di terminare i tre anni di apprendistato. Poi passò alla Compagnia Westinghouse come esperto nel montaggio e nelle riparazioni di macchine stradali e, infine, come ingegnere capo alla Detroit Electric Company che voleva sfruttare l’idea dello stesso Ford di sviluppare un’automobile a benzina montata su 4 ruote di bicicletta, chiamata quadriciclo. L’iniziativa durò solo due anni: le poche macchine prodotte erano costruite con componenti di scarsa qualità e costavano troppo. Ford si licenziò promettendo che d’ora in avanti avrebbe lavorato solo per sé stesso (“Mai più agli ordini degli altri”) e nel 1903, a 40 anni, fondò la Ford Motor Company usando i 28mila dollari investiti da piccoli azionisti che accettarono il rischio d’impresa.

E mise subito in pratica quella che nel 1988, cioè 125 anni dopo, due studiosi come David Montgomery Marvin Lieberman, nel famoso volume “First-Mover Advantage”, catalogarono come il vantaggio competitivo della prima mossa: «Siate i primi o siate i migliori». Infatti, al contrario del pensiero dominante nell’industria automobilistica statunitense dell’epoca che concepiva l’auto solo per le gite di piacere e come un lusso per le classi abbienti, Henry Ford volle da subito costruire la vettura di massa (“un’auto per tutti”) e di qualità, solida, leggera, sicura, facile da riparare, semplice da guidare e soprattutto economica.

Per riuscirci, ecco la sua seconda grande idea: costruire quest’auto nel minor tempo possibile grazie alla catena di montaggio mobile; a lato di un nastro trasportatore ogni operaio montava un solo pezzo secondo il principio fordiano: “un uomo, un’operazione”.

Questo metodo, unito a una rigorosa disciplina in fabbrica che doveva essere «pulita, bene illuminata, arieggiata e soprattutto sicura» (“l’industria non ha bisogno di sacrifici umani”), vennero ridotti i tempi di produzione di una vettura da 12 ore e 8 minuti a 1 ora e 33 minuti.

Mentre nel 1914 introduceva la catena di montaggio per la sua prima vettura di successo, la “Model T”, fissò il salario minimo a 5 dollari al giorno e ridusse la giornata lavorativa da 9 a 8 ore per 48 ore settimanali tra le proteste degli altri imprenditori americani e di Wall Street. Grazie a queste due scelte “rivoluzionarie” per quei tempi (auto economica e alti salari), non solo i suoi operai furono in grado di acquistare una vettura da loro costruita, ma gli interiStati Uniti d’America iniziarono a viaggiare sulle quattro ruote.

Due conti: nel 1908, la “Ford Model T” costava 825 dollari e i dipendenti guadagnavano meno di 2 dollari al giorno. Nel 1914, con l’introduzione della catena di montaggio, il costo del modello T si ridusse a 550 dollari e con l’incremento dello stipendio giornaliero a 5 dollari, a un dipendente Ford bastavano solo 3 mesi per avere il denaro sufficiente ad acquistarla. Nel 1924, il prezzo del Model T si abbassò ulteriormente a 260 dollari ed era quindi possibile acquistare una Ford nuova di zecca con la paga di un mese. In quell’anno, la Ford Motor Company vendette oltre il 50% delle vetture nel mondo.

Ford stesso l’ha spiegata così: «Le nostre vendite dipendono in una certa misura dai salari che paghiamo» perché «gli alti salari diffusi in un intero Paese avranno un riflesso sullo smercio delle nostre auto». Insomma, pagare di più per vendere di più, ma attenzione: agli alti salari deve corrispondere una maggiore produzione, altrimenti, come disse Ford, “i nostri affari prenderebbero la china del regresso”.

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