Alessandra Barocci, responsabile Sostenibilità del gruppo Arvedi

È la prima acciaieria Ue a zero emissioni di Co2

«Ci siamo riusciti con scelte che sono state anche dolorose»

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«Molti credono che applicare il modello della sostenibilità incida sulla vita di un’azienda. Ed è vero, anche se a volte la scelta può risultare dolorosa» ha precisato Alessandra Barocci, intervenendo all’evento organizzato al Kilometro Rosso dal titolo: «Sostenibilità e Competitività – Strumenti ed esperienze per introdurre i criteri Esg».

Barocci è la responsabile Sostenibilità della Arvedi, azienda di Cremona «che produce 4 milioni di tonnellate di acciaio con forno elettrico, una scelta voluta dal Cavaliere nel 1992». E se è noto che le acciaierie emettono tanta Co2 anche per l’enorme quantità di calore, e in Europa l’impronta di carbonio di prodotti laminati piani realizzati da ciclo integrato è di circa 2.100 kg di Co2 per ogni tonnellata di acciaio prodotto, «l’impronta di carbonio di laminati piani prodotti da Acciaieria Arvedi con forno elettrico e tecnologia ESP (endless strip production, ovvero la produzione senza fine di nastro che crea un processo continuo per sfornare rotoli di un acciaio sottilissimo) è di 118 kg di Co2 per tonnellata di acciaio prodotto» ha detto Alessandra Barocci tra l’applauso dei presenti nella strapiena sala “ Aria” dell’Innovation District bergamasco.

La responsabile Sostenibilità della Arvedi ha ripercorso la prima amara esperienza nello stabilimento di Servola, un rione di Trieste, del Gruppo cremonese durante la quale, nel 2020, il Cavaliere decise la chiusura dell’area a caldo e relativa eliminazione della ghisa.

Ma quella decisione si trasformò in un’opportunità perché oltre al completo risanamento di Servola, fu attuata la riconversione green di un’acciaieria in Europa e il ripensamento del modello produttivo, utilizzando solo rottame ferroso, più pulito e di qualità, rilavorato con forni elettrici. Un investimento di oltre 320 milioni, di cui 260 milioni spesati da Arvedi e il resto con finanziamenti statali.

«Da quell’esperienza amara con un intero stabilimento chiuso e, poi, riconvertito» ha raccontato Alessandra Barocci, «nacque anche l’obiettivo di diventare la prima acciaieria a impatto zero. E così è successo». Con 27 anni di anticipo sull’obiettivo Ue. L’acciaieria Arvedi, infatti, è la prima acciaieria al mondo a zero emissioni nette di anidride carbonica. Ispezione e certificazione sono stati ottenuti da Rina, ente terzo accreditato a livello internazionale per l’attività di testing. Un risultato, ha spiegato lo stesso Arvedi, ottenuto grazie a un piano di decarbonizzazione dell’intera organizzazione, lanciato nel 2018 con “ingenti investimenti in impianti, tecnologia, ricerca e sviluppo”».

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