Come nel calcio, per un’azienda è come passare dalla C alla A. Essere in regola con gli ESG, infatti, fa salire di categoria. Non solo, «chi non è in linea con questi parametri, sarà presto fuori mercato», ha detto Fabio Casu (partner Modus Lab e presidente AICSO), il primo dei relatori al «Forum Sostenibilità», organizzato da Confimi Industria Cremona nel teatro comunale di Casalmaggiore.
Presto sì, ma quando? Casu non ha dubbi: «Tre anni al massimo, poi tutte le aziende dovranno presentare il bilancio di sostenibilità con il bilancio d’esercizio». Ma prima ancora dell’obbligo normativo, l’imposizione «potrebbe arrivare da banche, clienti, fornitori e PA». Questo, quindi, è il suo consiglio: «Per diventare sostenibili, bisogna pianificare un percorso graduale nel tempo. Non è la gara dei 100 metri, ma bisogna pur tagliare il traguardo».
Piccole, buone pratiche. Bisogna, dunque, proseguire per gradi. Per esempio? «Disattivare il compressore quando non serve fa risparmiare migliaia di euro. Così vale per le luci in azienda», ha avvertito Roberto Cagna (Purchasing and Supply Chain Director di Iltom). Per consumare meno energia, quali sono, allora, gli step? 1. Individuare la persona che si prenderà a cuore questo tema. 2. Avere dati concreti su cui ragionare. Iltom ha cominciato a farlo nel 2018, in collaborazione con Schneider Electric, e grazie a 80 misuratori energetici installati.
Altri step? «Il terzo è dotare l’azienda di un esperto energetico che sappia leggere i dati e individuare i progetti per risparmiare». Iltom si è posta l’obiettivo entro il 2025 di arrivare a -50% di emissioni: oggi è già a -40%. Quarto step: trovare fornitori di impianti sempre più sofisticati.
In linea con questo modo di procedere, Marco Martorana (Team ESG Crédit Agricole) ha sottolineato: «Più la tua azienda è green, meno interessi pagherai allo sportello». Le regole delle banche stanno diventando più stringenti: chi è più sostenibile avrà più credito e a minor costo.
La sostenibilità deve poter essere misurata, perché «l’era del pressappochismo è finita», ha specificato Renato Ornaghi, ingegnere e fondatore di Energy Saving, società di consulenza che fa diagnosi energetiche e individua interventi mirati per ridurre i consumi.
Stefania Bottazzi, responsabile Bilancio aziendale e Certificazioni Aschieri De Pietri, ha spiegato che la sua azienda ha tre certificazioni in merito ai propri prodotti.
L’importanza delle certificazioni è stata confermata anche da Federico Olmo, CEO di Klareco, azienda specializzata in detergenti e disinfettanti, che ha raccomandato: «Bisogna darsi continui piani di miglioramento e ottenere certificati di prodotto. Anche perché i capi-filiera li possono chiedere».