«La stampa 3D è fatta su misura per il mondo femminile. Innanzitutto perché è una tecnologia nuova ed emergente e, quindi, donne e uomini partono alla pari. Poi perché è un’attività multitasking nella quale le donne svettano perché richiede attenzione, creatività, determinazione, competenze». Valeria Tirelli espone le sue idee con un entusiasmo che contagia. E’ l’Area Manager per l’Italia di «Woman in 3D printing» (Wi3DP), l’associazione che, nata dieci anni fa negli Usa, conta oggi 30mila membri a livello mondiale raggruppati in più di 100 chapter, situati in svariati Paesi.
L’Associazione Wi3DP
La sua fondatrice, Nora Touré, appassionata della tecnologia additiva ha fondato questa community aperta a tutti con lo scopo di promuovere «una maggiore presenza femminile nell’additive manufacturing», un settore nel quale le aziende fanno davvero innovazione. Dal settembre 2020 l’associazione è presente anche in Italia con oltre 300 associati. Al suo interno ci sono imprenditrici, manager, ricercatrici, creativi, docenti universitarie, produttori, progettisti e utilizzatori di stampanti 3D. Anche molti italiani che vivono all’estero seguono gli eventi di Wi3DP. «Tutti i nostri soci hanno sicuramente una viscerale passione per tutta la tecnologia 4.0» spiega Valeria Tirelli. Quindi, oltre alla stampa 3D, l’Internet delle Cose (IoT), l’Intelligenza Artificiale, la robotica avanzata, la realtà aumentata, quella virtuale, e la cloud computing.
Produzione Additiva: Cos’è?
Che cosa si intende per produzione additiva (nota con l’abbreviativo AM=Additive Manufacturing)?
In parole molto semplici, è un processo industriale che consente la realizzazione fisica di oggetti tridimensionali attraverso software appositi e sulla base di un modello digitale. Potenzialmente, si può stampare tutto in 3D: dipende dalla tipologia di stampante, dal materiale e dall’abilità del progettista. Così come numerosi sono i campi di applicazione. «L’industria additiva in Italia è un mercato in continua crescita e abbraccia tutti i i settori della produzione» sottolinea Valeria Tirelli. «All’orizzonte ci sono tante opportunità per chi ha il coraggio di innovare». Qualche esempio? «Per quanto riguarda la meccanica, la progettazione non conosce più limiti. Si possono per esempio ridurre al minimo i pesi e aggiungere materiale solo là dove serve. E, a seconda della specifica tecnologica di stampa 3D utilizzata, è possibile produrre pezzi di un’ampia varietà di geometrie e dimensioni. I materiali utilizzati, inoltre, sono i più diversi, si va dalla plastica al metallo fino alla ceramica, mentre i campi di applicazione sono ormai molti: oltre alla meccanica, la medicina, l’automotive, l’aerospazio, l’edilizia, la moda, l’alimentazione. Per citarne solo alcuni».
Valeria Tirelli e Aidro
Valeria Tirelli è una che se ne intende perché di mestiere fa l’imprenditrice in un settore tecnologicamente impegnativo e nel quale ha già aperto la porta all’AM. E’, infatti, Presidente e CEO di Aidro, azienda fondata da suo padre oltre 40 anni fa e specializzata nella progettazione e produzione di componenti oleodinamici quali valvole, collettori e sistemi oleoidraulici. Questi componenti, di alta qualità, vengono utilizzati in diversi campi industriali: macchinari agricoli, aerospaziale, energia. Lei è subentrata alla gestione paterna nel 2012 e ha guidato l’impresa verso uno sviluppo sempre maggiore che l’ha portata a entrare nel gruppo americano Desktop Metal nel 2021.
L’Innovazione con la Stampa 3D
Qualche anno fa l’imprenditrice varesina (l’azienda ha sede a Taino, in provincia di Varese), ha scoperto le potenzialità della produzione additiva in metallo e ha deciso di investire in questa tecnologia creando, accanto alla produzione tradizionale, appositi reparti dedicati alla stampa 3D a polvere metallica. Prima di arrivare a questa decisione, c’era stato un lungo periodo di prova durante il quale Aidro aveva lavorato a fianco del Politecnico di Milano per testare e ricercare la tecnologia più adatta alla stampa 3D di componenti di potenza fluida. Era poi seguita una fase di prototipazione.
Finché l’azienda ha deciso che c’erano ormai prove sufficienti per supportare questa tecnologia come metodo di produzione affidabile e, quindi, è passata alla produzione delle proprie valvole utilizzando l’AM in metallo, alcune delle quali sono pienamente validate e prodotte in serie. I progetti innovativi di Aidro hanno attirato l’attenzione di alcuni dei principali attori del settore. Soprattutto grandi aziende con esigenze specifiche che non erano soddisfatte dei metodi di produzione convenzionali e che erano, quindi, alla ricerca di nuove soluzioni. Si stavano rendendo conto, insomma, che «l’additive manufacturing» spiega l’imprenditrice, «era una tecnologia che rendeva possibile trovare nuove soluzioni a problemi tecnici difficili da risolvere e permetteva di creare oggetti di elevata complessità che potevano soddisfare precisi requisiti di forma, materiale, peso, compattezza e prestazioni. Questo interesse ci ha spinto ad andare oltre i confini delle tradizionali operazioni meccaniche».
Il Ruolo di Wi3DP e l’Inclusione Femminile
Andare fuori dagli schemi, in sostanza. Non solo: convinta che la produzione additiva può già cambiare in meglio il modo in cui vengono fabbricati componenti e prodotti, Valeria Tirelli, senza tralasciare il suo lavoro quotidiano in azienda, è diventata anche ambasciatrice di Wi3DP in Italia. E, quindi, insieme al Comitato Italiano dell’associazione, sta promuovendo questa tecnologia in convegni, dibattiti, eventi e networking in tutto il Paese. La spingono due motivazioni, legate una all’altra. Una è quella di far conoscere questa tecnologia e di condividere un patrimonio di conoscenze con chi già la utilizza attraverso esperienze imprenditoriali in settori diversi, testimonianze di esperti, notizie su mercati, materiali, componentistica, mezzi di produzione, macchine di stampa e testing. Ma anche informando su opportunità e progetti. Senza dimenticare le storie di successo e di difficoltà incontrate. In questi dibattiti, tavole rotonde e “Happy Hour” online – tutte le persone coinvolte in Wi3DP investono tempo e creano legami profondi. «L’esempio è importante: fa superare gli ostacoli, stimola l’imprenditoria femminile, è fonte di ispirazione». Infatti l’altra motivazione è quella di colmare il divario di genere nel settore nell’Additive Manufacturing e favorire l’inclusione delle donne nel mondo della manifattura industriale. «Più che una semplice organizzazione» sottolinea, infatti, Valeria Tirelli, «Woman in 3D printing è un movimento i cui membri condividono gli stessi valori, la stessa passione e la stessa mission di lottare per un settore tecnologico inclusivo. E’ emozionante vedere sempre più donne coinvolte in tutti i livelli e in tutte le discipline della produzione additiva».
Obiettivi Ambiziosi
L’obiettivo che si propone l’associazione è ambizioso: raggiungere il 50% di imprese gestite da donne e il 50% di donne nelle posizioni di direzione nell’industria additiva. Oggi la situazione è molto lontana dal raggiungimento di questi traguardi perché registra solo l’11% del women-owned businesses e il 13% di woman in the AM Industry. «Infatti» spiega Valeria Tirelli, «nonostante alcune donne siano imprenditrici di successo e ricoprano cariche nei Cda di importanti e grandi aziende, la maggior parte di loro, purtroppo, ancora fatica a dimostrare il proprio valore rispetto a un uomo». Ma un fatto è certo: il profilo delle donne di Woman in 3D printing è molto alto. Così come i manufatti ottenibili mediante tecnologie additive sono di qualità elevata. Basta, infatti, navigare su Internet e leggere la storia di alcune di loro e i loro incarichi professionali a livello internazionale. Brigitte de Vet, ceo dell’azienda leader nel settore AM Materialise, è stata capace di rivoluzionare il segmento medico di quest’azienda che, nel tempo, è diventato il settore di business più redditizio.
Melissa Orme, vicepresidente della produzione additiva in The Boeing Company, guida un team che trova soluzioni ingegneristiche avanzate a problemi di progettazione complessi per un’ampia varietà di prodotti Boeing, comprese le parti per il razzo Space Launch System. Stefanie Brickwede, Managing Director di Mobility goes Additive e Head of 3d Printing@DB, ha fondato il più grande network mondiale per l’additive manufacturing nel settore della mobilità. In Italia ci sono figure di rilievo come Marinella Levi, professoressa del Politecnico di Milano e Direttrice del +Lab, Laboratorio di stampa 3D di ingegneria dei materiali e dell’architettura. Bianca Maria Colosimo, ordinario di Tecnologie e sistemi di lavorazione sempre al Politecnico di Milano e grande esperta di manifattura additiva in metallo. Marina Cabrini, docente di Scienza e tecnologia dei materiali e Direttrice del centro di ricerca della Cattolica, Marialaura Tocci, ingegnere elettronico e country manager in Italia per HP.
Iniziative per Start-Up Femminili
Wi3DP ha anche un programma speciale dedicato alle start-up e alle giovani imprenditrici nell’additive manufacturing che fa capo all’iniziativa Wi3DP Next Gen, destinato alle donne che desiderano lavorare nel settore additivo. «Il programma» spiega Valeria Tirelli, «nasce da un bisogno: dare la possibilità a giovani donne imprenditrici di trasformare la loro visione in una realtà, anche a livello mondiale. Il settore della stampa 3D, infatti, è in grande espansione e sempre più aziende la utilizzano per migliorare la qualità e le prestazioni dei loro prodotti». Wi3DP crea, quindi, eventi, incontri e networking per le nuove imprenditrici, fornisce consigli e supporto. E con la partecipazione di alcuni sponsor, ha la capacità di connettere finanziatori, start-up, partner strategici, aziende innovative con le donne imprenditrici. L’obiettivo è trasformare le loro idee in imprese concrete. Anche in Italia Wi3DP favorisce l’incontro tra gli imprenditori e gli investitori. «Il programma globale per le start-up, dunque, intende dare visibilità alle idee imprenditoriali nel mondo della produzione additiva».
L’additive manufacturing è, insomma, un mondo di straordinarie opportunità per chi sa coglierle e Valeria Tirelli, con il suo esempio, lo testimonia ogni giorno. E Woman in 3D printing continua a impegnarsi per creare occasioni di crescita, diffusione di conoscenze e di inclusione a livello mondiale.