“Reddito di formazione” per fresatori meccanici

Apprendisti per «Luna Rossa» sono stati trovati dalle Acli

Il sodalizio ha raccolto l’allarme dell’imprenditore Pierino Persico «Un fresatore ha preferito andare a vendere gelati in Germania»

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L’allarme l’aveva lanciato ai primi di luglio. «Mi servono 30 tecnici, ma anche figure poco specializzate. Purtroppo si fa molta fatica perché oggi le aziende finiscono per rubarseli le une con le altre. Avevo assunto un albanese che dopo 5 anni è diventato un fresatore eccezionale. L’altro giorno mi ha salutato dicendomi che si licenziava per andare a vendere gelati in Germania. Una volta quando prendevi un dipendente, se era in gamba e si trovava bene, si fermava. Almeno il 90% non cambiava più lavoro. Oggi invece c’è la transumanza: è un continuo andare e venire» aveva raccontato Pierino Persico, 74 anni, patron dell’omonimo gruppo cantieristico di Nembro che vanta un fiore all’occhiello come Luna Rossa, al «Corriere di Bergamo».

E così, Persico si è rivolto anche alle Acli trovando la disponibilità dell’associazione a organizzare negli spazi della Persico Marine il primo corso per operatori di macchine utensili. Un progetto pilota in collaborazione con il Comune e con l’Enaip le cui lezioni sono iniziate il 27 giugno. «Attraverso lo sportello lavoro dell’Acli aperto in collaborazione con il Comune di Nembro e il centro per l’impiego di Clusone sono state raccolte le domande di partecipazione di 17 persone (che si sono poi ridotte a 14 ndr), 15 uomini e due donne, dai 19 ai 55 anni, di cui 10 residenti a Nembro, che svolgeranno 64 ore di formazione mensili in azienda guidati da alcuni docenti di Enaip Bergamo e da alcuni lavoratori specializzati dell’impresa» ha scritto il giornalista Pietro Tosca del «Corriere di Bergamo».

Chi partecipa al corso con più dell’85% delle presenze riceverà 250 euro come «reddito di formazione. Se a tenere le lezioni saranno docenti dell’Enaip, i tutor saranno gli operai della Persico. «I metodi di ricerca tradizionali del lavoro» dice Matteo Brambilla di Enaip «non funzionano più. Funziona la rete in un’ottica di collaborazione. Il progetto che abbiamo messo a punto interfaccia la singolarità dei corsisti e le esigenze dell’azienda creando un percorso ad hoc».

E così, grazie proprio a un forte lavoro di rete, nel cuore della Bergamasca, è potuta nascere una novità nel panorama della formazione professionale che non ha interessato solo la Persico, ma anche altre aziende del territorio; merito, come si diceva, dello sportello Acli che ha fatto proprio l’obiettivo di accompagnare al lavoro persone che incontrano difficoltà a essere reinserite.

«Si tratta di persone mediamente distanti dal mondo del lavoro, per motivi diversi: per esempio perché stranieri oppure perché avanti con l’età», ci spiega Roberto Cesa, coordinatore Rete e Lavoro per le Acli di Bergamo. «Insieme a noi si è speso molto anche il comune di Nembro, a cominciare dal finanziamento del nostro progetto, e l’esito è stato fruttuoso: all’appello hanno risposto 25 aziende del territorio, con le quali abbiamo sviluppato percorsi mirati; tra queste anche la Persico Marine, del Gruppo Persico, con cui lo scorso mese di giugno abbiamo avviato un corso di formazione all’interno della sua sede aziendale, in collaborazione con la fondazione Enaip, che ha messo in campo i suoi docenti».

Se l’obiettivo era quello di incrementare l’occupabilità, le notizie che giungono sono positive. «Alcuni dei progetti, della durata dai quattro ai sei mesi, stanno volgendo al termine proprio in questo periodo», precisa Cesa, «mentre, per quanto riguarda il corso alla Persico Marine, posso già dire che tutti e quattordici i partecipanti stanno avendo colloqui di lavoro: due di questi con la stessa Persico; altri quattro in aziende del territorio; uno, invece, ha deciso di iscriversi a un ITS (Istituto Tecnico Professionale), per proseguire il proprio percorso di formazione». Un dato molto positivo è quello ottenuto dopo un anno e mezzodi tirocini aziendali realizzati dalle Acli di Bergamo: quanto a nuovi posti di lavoro conseguiti, infatti, siamo sopra il 70%. «Normalmente non incontriamo grosse difficoltà a far sì che questa tipologia di tirocinanti possa poi rimanere in azienda», osserva Cesa, «anche perché la richiesta di impieghi con qualifiche medio-basse è piuttosto alta. Il problema consiste, come al solito, nel far incontrare questo tipo di domanda con l’offerta disponibile e qui gioca un ruolo molto importante la rete che si riesce a instaurare tra i vari attori interessati. In questi casi, si tratta per lo più di contratti di lavoro a tempo determinato, ma chi gioca bene le proprie carte può ambire a un’assunzione indeterminata».

Da parte di Cesa non manca un riferimento pungente al Reddito di cittadinanza: «Per tutti coloro che hanno partecipato a questi percorsi abbiamo deciso di stanziare un piccolo reddito di formazione, una sorta di rimborso di presenza. L’idea, infatti, è quella di premiare chi si mette in gioco, impegnandosi in percorsi professionalizzanti». Quello realizzato a Nembro, insomma, è un esempio virtuoso di politiche attive per il lavoro, di cui tanto si parla nel nostro Paese, senza però aver mai raggiunto finora un risultato che possa definirsi soddisfacente. «Tuttavia, i segnali che avverto a livello nazionale sono molto positivi», commenta Cesa. «In questi ultimi decenni i Centri per l’impiego si sono molto indeboliti, ma grazie alle risorse stanziate con il Pnrr stanno conoscendo un potenziamento. Quanto a noi e alla nostra esperienza a Nembro, ci piacerebbe riuscire a estendere questi progetti anche in altre zone della provincia bergamasca».

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