Rinaldo Bolzoni, ceo della “Tino Bolzoni”

Avere 100 anni e vedere l’avvenire dietro l’angolo

Un secolo d’investimenti in tecnologia

Il futuro? Sempre più farmaceutico

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È sempre stata questa la strategia vincente di un’impresa che ha circa cento anni di vita. Alla base del successo: l’elevata qualità come unico criterio possibile. Per raggiungerla, l’azienda ha investito costantemente nello sviluppo tecnologico e nella formazione. Stiamo parlando della “Tino Bolzoni” di Vaiano Cremasco, una delle officine meccaniche più longeve del territorio (si chiamerà solo “Bolzoni” dal 2025).

Le Origini

A fondarla fu Rinaldo Bolzoni. Come molte ditte sorte nei primi anni Trenta del secolo scorso, il mercato di riferimento era quello agricolo. «Infatti il core business di quei tempi era la riparazione e la manutenzione delle macchine agricole. In un secondo tempo, l’azienda iniziò la produzione anche di assali per carri agricoli e macchinari per il settore agro-alimentare», spiega l’amministratore delegato Rinaldo Bolzoni (porta lo stesso nome del nonno), 56 anni.

La Svolta Industriale

La prima vera svolta che portò questa società a diventare un’impresa industriale iniziò nel 1957. «Da quell’anno incominciò la produzione in serie di raccordi in acciaio inox per la lavorazione dei liquidi alimentari – come latte, vino e ogni tipo di bevande – che sono diventati sempre più performanti con il passare del tempo». I macchinari furono adeguati alle nuove produzioni: entrarono in funzione, infatti, nuove macchine utensili automatiche e semi-automatiche. «In particolar modo vennero acquistate alcune tornitrici bimandrino della gloriosa Canavese di Crema che aumentarono esponenzialmente il numero dei pezzi prodotti per soddisfare le sempre più rilevanti richieste del mercato».

L’Ingresso di Rinaldo Bolzoni

Nel giugno del 1986, Rinaldo Bolzoni, subito dopo essersi diplomato all’Itis di Crema, fu chiamato a entrare in azienda da suo padre Tino. I ricordi dell’amministratore delegato sono ancora vividi. «Proprio quell’anno, mio padre comprò il primo tornio a controllo numerico. Un acquisto di fondamentale importanza: era un Mazak 4 assi; il primo in assoluto in tutta la provincia di Cremona. Era un macchinario multitasking che consentiva la lavorazione simultanea di due utensili riducendo in modo rilevante i tempi di lavorazione. Mio padre mi disse: “Quella è la macchina, adesso falla funzionare!”».

Innovazione e Tecnologia

Dopo il Mazak 4 assi, l’azienda acquisì altri macchinari, sempre più moderni e performanti, tra i quali «un importante impianto per la forgiatura dei pezzi in acciaio inox». Non solo tecnologia: qualche anno dopo l’ingresso in azienda ci fu anche quello di suo fratello Alessandro con il quale Rinaldo condivide l’attuale gestione della Bolzoni. Lui, Rinaldo, si occupa del commerciale e della programmazione dei macchinari. Il fratello, Alessandro, anch’egli A.D. dell’azienda, è invece il responsabile della produzione e della qualità.

La Qualità Come Cardine

«La qualità», spiega Rinaldo Bolzoni, «è il nostro cardine e punto di forza. Il nostro motto è quindi: “Quality first”. Innanzitutto dall’azienda non esce alcun pezzo se non ha i requisiti idonei». Seconda prerogativa: tutti i pezzi sono tracciati e marchiati a laser perché si possa sempre risalire al lotto prodotto. Terzo e non ultimo importante upgrade: l’acciaio inossidabile utilizzato proviene dalle più prestigiose e affidabili acciaierie europee ed è sempre accompagnato dai certificati di collaudo che attestano il rispetto delle caratteristiche chimiche e meccaniche richieste.

Clienti e Mercati

L’azienda è competitiva là dove c’è maggiore richiesta di qualità: quindi, il mercato italiano ed in particolar modo Veneto e Piemonte per la produzione vinicola, Parma e Reggio dove è l’alimentare a farla da padrone e la Lombardia che è la regione a forte trazione cosmetica (la fabbrica cremasca serve tutto il distretto locale del make-up). In Europa, invece, a trainare l’export della Bolzoni sono Olanda e Germania nelle quali sono molto richieste le macchine per la produzione della birra, e infine i Paesi scandinavi. Qualche centinaio di clienti, 200.000 raccordi di acciaio inox l’anno, 12 dipendenti: questi sono i numeri stringati della società.

La Rivoluzione Digitale

Di fronte a un mercato sempre più esigente, l’azienda ha sposato la rivoluzione del digitale: nello stabilimento di Vaiano Cremasco, infatti, tutte le operazioni tecnologiche di lavorazione, dallo stampaggio a caldo (forgiatura) alle fasi di lavorazione meccanica a CNC, vengono svolte da macchine utensili multitasking computerizzate e robotizzate, molte delle quali giapponesi. «I giapponesi sono più avanti nel digitale», spiega Rinaldo Bolzoni. Sono macchinari quasi tutti connessi, sempre più precisi, flessibili ed efficienti per ottenere i più alti parametri di affidabilità nella lavorazione di pezzi a elevata complessità tecnica. «Sono macchine che vanno, comunque, presidiate perché l’acciaio inox è impegnativo e ostico da lavorare».

Innovazioni Future

Sempre per far fronte a clienti che chiedono prodotti tecnologicamente sempre più avanzati, l’azienda ha introdotto la produzione di raccordi e connessioni asettiche che consentono una maggiore sicurezza alimentare perché riducono al minimo il deposito di impurità, sono molto apprezzati soprattutto dalle industrie alimentari più esigenti e trovano applicazione anche negli impianti dell’industria farmaceutica. Per esempio, speciali connettori saldati ai serbatoi che impediscono depositi di residui in campo farmaceutico.

Leadership nel Settore

Non è un caso, quindi, che la Bolzoni sia diventata l’azienda leader nella produzione di raccordi in acciaio inox per le industrie alimentari, lattiero-casearie, enologiche, chimiche e farmaceutiche: la qualità, l’esperienza e l’affidabilità la stanno premiando sui mercati.

Cambiamenti nel Settore della Meccanica

«Un tempo l’officina era considerata solo una generatrice di pezzi e, quindi, contava soprattutto la quantità che, però, produceva una piccola marginalità. Oggi facciamo ancora produzioni di serie, ma stiamo impiegando una parte sempre maggiore del nostro tempo per le produzioni speciali che soddisfano clienti, come quelli del settore Bio-Pharma, che chiedono l’eccellenza al quadrato. Risultato? Meno pezzi, ma più marginalità».

Sfide nel Reclutamento del Personale

«È difficile trovare i programmatori e operatori per il set up delle macchine, per esempio. Formiamo, quindi, quelli che abbiamo. Fortunatamente disponiamo di un team di persone dinamiche, competenti e collaborative, dove tutti remano nella stessa direzione. Il successo dell’azienda non può prescindere dal coinvolgimento delle collaboratrici e collaboratori che vi lavorano».

Alternanza Scuola-Lavoro

«Abbiamo appena assunto uno studente. Ospitiamo tutti gli anni le classi dell’Istituto professionale Marazzi e dell’Itis. Agli studenti non do in mano scopa e straccio per fargli passare il tempo, ma li metto a lavorare sulle macchine con un tutor. Sono ragazzi che sanno molto della teoria, ma niente della pratica anche perché è difficile che le scuole possano acquistare costosi macchinari di ultima generazione sui quali formarli. È comprensibile, quindi, che alcuni studenti mi abbiano confessato di avere imparato di più in officina che in classe».

Sinergie nel Settore della Meccanica

«Un Polo della meccanica come quello della cosmesi? La trovo una prospettiva difficile perché le sinergie e i rapporti condivisi tra gli imprenditori del nostro settore sono quasi inesistenti e le produzioni meccaniche sono tra le più disparate, a differenza della cosmesi dove tutti offrono la stessa merce: mascara, fard, rossetti, eccetera. I cosmetici, in Italia, hanno il Cosmoprof, una Fiera nazionale che racchiude ogni specializzazione del settore: in un’unica struttura, infatti, vengono riuniti gli stand di chi produce make-up, di chi realizza il packaging e di chi fabbrica i macchinari per il confezionamento delle varie creme».

Partecipazione alle Fiere

«Parlando del mio settore, ogni Fiera fa cose diverse: solo a Monaco, per esempio, trovi tutti i macchinari per il beverage, mentre Francoforte è superspecializzata nelle attrezzature per la chimica e farmaceutica. Un tempo, mio padre

usciva dalle fiere con gli ordini in mano. Oggi, invece, si va per farsi conoscere, per le public relations, per scambiarsi i biglietti da visita. Se, per esempio, conosci un nuovo e possibile cliente tedesco, è difficile concludere subito l’affare: è lui stesso che, dopo la fiera, verrà in Italia per visitare la tua azienda e rendersi conto di persona del probabile suo futuro fornitore».

Passaggio Generazionale

«Ho una figlia di 18 anni e un figlio di 16. Mio fratello, a sua volta, ha due figli più piccoli. Bisognerà vedere quali saranno le condizioni del mercato quando arriverà il momento di scegliere. Un fatto è certo: a me è stato imposto il lavoro in azienda. Dopo il diploma Itis, infatti, avrei voluto diventare ingegnere meccanico o laurearmi in fisica. Non nascondo che mi piacerebbe che figli e nipoti continuassero il nostro lavoro, ma non può essere un obbligo».

Futuro del Mestiere di Imprenditore

«Noi imprenditori saremo costretti a diventare più creativi, lungimiranti e visionari se vogliamo restare competitivi sul mercato. Anche in futuro ci saranno sempre prodotti di serie che faranno riferimento a normative e certificazioni specifiche come succede oggi, ma accanto a questi dovranno essere introdotti prodotti speciali in grado di risolvere i problemi specifici che ci pongono le imprese clienti. Noi, ad esempio, stiamo sviluppando un progetto che ci porterà ad avvicinarci sempre di più all’industria del Bio-Pharma. È un progetto molto impegnativo, ma anche stimolante che, sono certo, ci darà grandi soddisfazioni».

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