Anche Elon Musk, fondatore della no-profit OpenAi, e tra le altre già amministratore delegato di Tesla, presidente di Twitter e AD della compagnia aerospaziale SpaceX, definisce l’AI come la «minaccia più grande per l’esistenza del genere umano». Insomma, se da una parte esiste l’eccitamento per un sistema futuristico che può aprire opportunità e spazi per il miglioramento della qualità della vita dell’intera umanità, dall’altra non sono troppo celate le perplessità legate ai rischi concreti che questa stessa disciplina può creare.
La OpenAi nasce nel 2015 grazie ai fondatori Elon Musk e Sam Altman e per l’impresa sono stati donati oltre 1 miliardo di dollari. Il conflitto di interessi con Tesla però induce Musk a dimettersi nel 2018 dal consiglio di amministrazione, restando semplice donatore, in quanto la nota casa automobilistica basa il suo sistema tecnologico sulla digitalizzazione e su impianti che funzionano con tecnologia AI per le auto a guida autonoma.
La OpenAi, che ha sede nel Mission District di San Francisco, dove condivide l’edificio con Neuralink (altra società co-fondata da Musk) ha già sviluppato 7 prodotti, dei quali alcuni sono in fase di sperimentazione, altri sono già applicati in versioni Beta, e altri ancora sono già fruibili.
Prodotti che entusiasmano e spaventano allo stesso tempo noi comuni mortali. Eccone quattro:
Debate Game. E’ un programma di AI che insegna alle macchine a discutere di fronte ad un giudice umano. Lo scopo è quello di fare ricerca su un approccio che possa aiutare a controllare le decisioni dell’intelligenza artificiale e di sviluppare l’interpretazione (explainable AI), ossia un intelligenza in cui le azioni sono comprensibili da un umano.
OpenAi Five. Sono i 5 bot usati nel videogioco Dota 2, in cui i bot imparano a giocare contro 5 giocatori umani ad alto livello tramite algoritmi trial and error quindi con un apprendimento per rinforzo.
GPT2. E’ un sistema che genera del testo tramite un tono e un argomento. Per esempio, se gli viene data in input la prima frase di un romanzo, il sistema può elaborare un racconto in totale autonomia basandosi appunto sul tono e l’argomento dell’input. Programma che per il momento non è stato ancora diffuso in quanto se ne teme un uso illecito: per esempio, la scrittura di fake news.
DALL-E. E’ un sistema di AI che genera immagini, anche complesse e dettagliate, tramite l’input di una descrizione testuale. Questo tipo di intelligenza è stato sviluppato anche da altri laboratori di ricerca quali la Midjourney (esiste una versione Beta aperta al pubblico) e questo programma è stato utilizzato dalla rivista britannica The Economist per la creazione della copertina del numero di giugno 2022.