Hoist Finance – banca svedese con filiali in 13 Paesi europei, attiva sul mercato italiano dal 2011 dove gestisce oltre 10 miliardi di euro di NPE e dà lavoro a 400 dipendenti – ha stipulato un accordo con la società inglese Lowell per l’acquisizione di un portafoglio svedese di NPL, costituito da prestiti al consumo non garantiti, per un valore totale che supera i 722 milioni di euro. Per questa operazione, Hoist Finance ha investito circa 107 milioni di euro.
Gli NPL (acronimo di Non Performing Loans) sono i crediti, vantati dalle banche, che i debitori non sono più in grado di pagare. Nel linguaggio bancario vengono chiamati anche prestiti non performanti, ovvero crediti deteriorati o crediti inesigibili; includono mutui, finanziamenti e prestiti per i quali la riscossione è incerta, sia in termini di rispetto della scadenza e sia rispetto alla somma. Il non adempimento può riguardare il capitale o gli interessi; o anche entrambi. Si tratta, quindi, di esposizioni verso soggetti in stato di insolvenza (o condizioni equiparabili).
Anche gli NPE (Non Performing Exposure) sono crediti delle banche (mutui, finanziamenti, prestiti) che i debitori non riescono più a ripagare regolarmente o del tutto. Si tratta sempre, insomma, di crediti delle banche per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza sia per l’ammontare delle esposizioni di capitale. «Siamo lieti di rientrare nel mercato svedese con l’acquisizione di questo portafoglio. I Paesi nordici sono un mercato interessante ed è naturale essere presenti in Svezia, dove abbiamo la nostra sede centrale. Con questa transazione rafforziamo ulteriormente la nostra partnership con Lowell, che ora si occuperà della gestione dei prestiti per Hoist Finance sia nel Regno Unito che in Svezia», ha dichiarato Harry Vranjes, Ceo di Hoist Finance.