Francesca Ferla ci accompagnerà in un viaggio sull’importanza dell’immagine, spesso sottovalutata

L’immagine: il suo valore evocativo e il suo potere comunicativo

Gianni Agnelli, imprenditore per eccellenza e icona di stile. Ecco che cosa ci può insegnare

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La consulenza d’immagine è un ambito ancora poco conosciuto e sfruttato alle nostre latitudini e forse anche spesso sottovalutato e frainteso, perché considerato meramente superficiale.
Peccato! Ha in realtà un enorme potere in quanto agisce in modo diretto sul fronte della comunicazione  immediata.

L’immagine È comunicazione.
L’immagine è ciò che parla di noi ancor prima che apriamo bocca e attraverso essa gli altri si fanno una prima idea di noi.
Perché sia autentica è però necessario che corrisponda al nostro essere, che parli della nostra essenza, che comunichi quindi nel modo giusto, lasciando trasparire quello che noi vogliamo, magari celando invece parti che desideriamo mantenere riservate.

E a questo punto ben si intuisce l’enorme potenziale dell’avere consapevolezza e contezza della propria immagine.
Questo aspetto sale ancor più agli onori della ribalta se si considera l’importanza dell’avere un’immagine coerente con il proprio ruolo e appropriata all’ambito in cui si opera sul fronte professionale.

Ne sapeva qualcosa uno degli imprenditori per eccellenza, ricordato non solo per le sue indubbie capacità imprenditoriali e il suo savoir faire, ma anche per il suo inconfondibile stile, tanto da essere riconosciuto in tal senso come un’icona indiscussa. Parlo di Gianni Agnelli.

Molti hanno cercato di imitarlo, di carpirne i segreti dello stile, ma senza mai riuscirci. Il motivo è che lo stile personale non è qualcosa che si può imitare. È unico e irripetibile e funziona davvero quando ha la caratteristica dell’autenticità, quando calza a pennello perché parte realmente da chi ne è il fautore.
Nessuno ci può appiccicare addosso un’immagine autentica.
Piuttosto il consulente d’immagine può aiutarci, attraverso un lavoro profondo, a far emergere lo stile che già è insito in ciascuno di noi, la cui cartina di tornasole è un’immagine efficace.

Uno degli elementi distintivi dell’immagine di Gianni Agnelli era l’assoluta nonchalance con cui portava ciò che sceglieva per sé. A proposito di questa caratteristica alcuni hanno parlato di ‘sprezzatura’.
Ebbene, credo non ci si debba stupire di questo aspetto così decisivo per la buona riuscita dell’immagine. È indispensabile fare di testa propria, senza paura, quando si parla di stile. Chi ha stile è colui che sa far corrispondere quello che indossa alle proprie esigenze e al proprio modo di essere prima di qualsiasi altra cosa.
È chi sa contravvenire alle regole dettate dall’estetica del momento e dalla moda, ma che sa scegliere per sé.

Agnelli portava l’orologio sul polsino della camicia per non perdere tempo e non rovinare con il continuo sollevamento del polsino le sue adorate camicie in tessuto Oxford azzurre (per il giorno) e bianche (per la sera), che faceva confezionare appositamente dai Brooks Brothers di New York, prediligendo il colletto botton- down che portava sbottonato e con le vele aperte.

Non ammetteva la camicia a manica corta, portando piuttosto le maniche arrotolate in estate o sostituendola eventualmente con la polo di lino. Non amava i fermacravatta, preferendo portare la cravatta svolazzante, con nodo spesso allentato o addirittura storto e la parte sotto più lunga del lembo superiore e anche sopra il maglione; calzava scarponcini (polacchini testa di moro con gli abiti formali e chiari scamosciati con le mise più sportive) per rispondere ad un’esigenza di comodità in seguito a un incidente; amava i jeans che spesso abbinava con una camicia anch’essa in denim, anche in un lavaggio diverso, perché la praticità di questi capi ben sia adattava alle sue passioni sportive (la barca a vela, lo sci, le partite della Juventus); adorava i completi sartoriali e soprattutto quelli gessati, in Principe di Galles o Solaro (un tessuto unico in lana media per le mezze stagioni) o in flanella con revers di grandi dimensioni.

Li sceglieva prevalentemente grigi per il giorno e blu per la sera. Aveva saputo scegliere anche i colori più in armonia con il suo sottotono freddo (parleremo di armocromia e quindi dell’importanza di scegliere le sfumature di colore che più ci valorizzano in base alle nostre caratteristiche di colore personale), ma anche molto azzeccati dal punto di vista di ciò che esprimono (non dimentichiamo che i colori portano con sé uno o più significati) in relazione al suo ruolo; il grigio esprime
infatti autorità, affidabilità nella conduzione, riservatezza e seria
operosità. È particolarmente adatto per sale riunioni o in ambienti di lavoro in cui è necessario stimolare l’efficienza;
il blu è per eccellenza il colore che trasmette affidabilità e sicurezza, stabilità. Comunica sincerità, lealtà, sensibilità e stimola quindi sentimenti di fiducia, disponibilità, amicizia.
Portava il piumino smanicato sia in versione sportiva sia sopra blazer o completi al posto del cappotto, che avrebbe sgualcito i famosi revers extra large delle sue giacche.

In ambito professionale quanto è stata copiata questa chiccheria!!
Era un grande amante degli occhiali da sole, anche di gradi dimensioni, modello mascherina, ma assolutamente non di quelli da vista con cui non si faceva mai vedere in pubblico.
Passando in rassegna i capisaldi del suo stile unico salta all’occhio come l’immagine di Agnelli funzionasse e fosse così convincente perché supportata sì da un’eleganza naturale e da un innato
senso del bello, ma soprattutto e in modo determinante dalla chiara volontà di esprimere sé stesso, senza scendere a compromessi.

Le regole del suo stile era lui a dettarle. La corrispondenza tra la personalità, il carattere e il temperamento dell’imprenditore e la sua immagine era talmente evidente da palesarne l’essenza, il modo di essere e di agire in termini univoci, incontrovertibili, definiti. Per questo l’immagine di Gianni Agnelli parlava di per sé ed aveva una forza e un potere comunicativo essenziale e senza tempo, tanto che ancora oggi non possiamo fare a meno di riconoscerne ed ammirarne il valore.

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