Acqualaï, prima crema solare italiana con filtro minerale naturale (ossido di zinco)

Pelle al sole senza rischi e gli oceani da difendere

Giuditta Rossetti, di Cremona, inserita da GammaDonna fra le 50 imprenditrici italiane risultate più innovative del 2023

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È stata inserita tra le 50 imprenditrici più innovative dall’associazione GammaDonna che da 20 anni sostiene e promuove la crescita del ruolo delle donne nel mondo dell’impresa. Una lista prestigiosa formata da imprenditrici che «con le loro idee, talento e intraprendenza stanno rivoluzionando
il nostro modo di vivere e di immaginare il futuro e contribuendo al
progresso economico, sociale e tecnologico». «Sono contenta di questo riconoscimento» dice Giuditta Rossetti, cremonese, 30 anni. In pieno Covid ha avuto il coraggio di fondare la sua startup «Acqualaï» (il nome laï è ispirato al termine hawaiano utilizzato per descrivere la serenità del mare calmo e la pace della natura).

Laurea magistrale alla Bocconi in Management, specializzazione in Fashion, Luxury and Made in Italy, ha avuto esperienze lavorative tra Milano e Parigi in aziende internazionali della moda e del lusso come Bulgari, Saint Laurent, Hermès e Gucci. Nelle quali si è sempre occupata di marketing e di comunicazione digitale, di social e di influencer marketing. «Facevo anche molto advertising tradizionale sulla carta stampata e out-of-home» aggiunge.
Il prodotto che ha creato è una crema solare innovativa, sostenibile e che rispetta soprattutto l’ambiente marino.
Infatti, racconta, «quando ero ancora una bambina, ho avuto la fortuna di viaggiare con i miei genitori nei
Paesi tropicali e ammirare la bellezza delle barriere coralline. Ma quando nel 2016 si è verificato il più grande sbiancamento dei coralli della storia dovuto in parte anche ai filtri chimici contenuti nelle creme solari, ho deciso di fare qualcosa anche per dare la possibilità alle giovani generazioni di poter ammirare ancora i coralli come li avevo visti io da bambina».

Da questi ricordi è maturata l’idea di Giuditta Rossetti. «Ero a Parigi e lì ho capito che il mercato
delle creme solari era molto vivace, ma anche poco attento alla sostenibilità.
Infatti, la maggior parte di questi prodotti contengono sostanze nocive che, finendo nei mari, causano la sterilità nei coralli che perdono così il loro color rosso acceso».
E allora ha deciso di produrre una crema solare con un filtro minerale naturale, sicuro per la pelle
umana e che, per le evidenze scientifiche, non è dannoso per l’ambiente e la biodiversità marina:
cioè l’Ossido di Zinco. «Mi era molto chiaro il concept che volevo realizzare. Ma anche la sfida che
mi aspettava: sono molti, infatti, i testing regolamentari da affrontare per mettere sul mercato una
crema da cospargere sulla pelle».
Ed ecco come è andata. «Nel 2020 mi sono affidata a un laboratorio che si occupa di prodotti
cosmetico-farmaceutici. Fra i suoi collaboratori c’era un formulatore con alle spalle un dottorato di
ricerca. Abbiamo così sviluppato una formula innovativa che in Italia non esisteva. Acqualaï, infatti, è
il primo marchio italiano che utilizza questa tecnologia di filtri non inquinanti
. C’è da aggiungere che
le materie prime utilizzate provengono solo da fornitori italiani e sono al 100% biodegradabili».
L’altra grande innovazione è il packaging di Acqualaï: il tubetto di alluminio. «Infatti, volevo un
packaging “plastic free” che fosse coerente con un prodotto ecosostenibile e di qualità, esteticamente
bello come quello dei dentifrici di una volta, con colori ispirati ai mari italiani e nomi che riportano
alle isole sempre italiane, capace di comunicare un’altra importante peculiarità del brand: il tubetto
di alluminio, riciclabile all’infinito, è stato scelto anche nell’ottica di
un’economia circolare».


Dove ha trovato i soldi per partire? «Ho chiesto il finanziamento a una banca locale: mi sono presentata con il mio business plan; dalla mia avevo un prodotto sicuramente innovativo, un mercato che già conoscevo e il know-how necessario per diventare imprenditrice.
Sono partita da sola. Per questo, da alcuni del settore sono stata giudicata un’incosciente, ma volevo partire alla svelta, senza soci né investor. Oggi, invece, che ho l’intenzione di ampliare la gamma dei prodotti ed espandermi anche all’estero, sono disposta ad aprire l’accesso ai capitali, al fine di trovare un partner che mi possa supportare nel settore del research and development e nell’internazionalizzazione».


Giuditta Rossetti, comunque, non demorde. «Sul mercato asiatico abbiamo avviato i contatti giusti,
e trovato potenziali distributori per il Medio Oriente, Stati Uniti e Canada» sottolinea.

Così come è riuscita a stipulare un importante accordo di esclusiva con il leader dei distributori del settore della profumeria di nicchia in Italia: Olfattorio. Nel frattempo, sta producendo un totale di circa sei mila pezzi l’anno, per le complessive sei referenze di Acqualaï. Il tutto in soli 4 anni.
Che mestiere è quello dell’imprenditrice?
«Già negli anni dell’università sognavo di avere un’azienda mia e volevo buttarmi nel settore dei costumi da bagno.
Fortuna che non l’ho fatto. Fare l’imprenditrice mi ha cambiata anche nel carattere: prima ero una
persona più tranquilla, poi sono diventata determinata, combattiva e grintosa. Non avevo alternative, in
un mondo che se può in un attimo ti divora».


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