Nel contesto attuale del mondo del lavoro, il concetto di “libero professionista” porta con sé una
connotazione di libertà, autonomia e flessibilità, permettendo di lavorare in totale indipendenza, senza le pressioni di un capo e la rigidità di un ufficio.
Il libero professionista formalmente sembra incarnare questa idealità, gestisce il proprio tempo, sceglie i clienti, lavora da dove vuole con un utilizzo intensivo della tecnologia.
Tuttavia, dietro questa superficie luminosa si celano una serie di sfide e questioni intricate che sollevano
dubbi sulla reale portata del termine “libero”.
Sebbene i liberi professionisti possano godere di una certa flessibilità nel determinare i propri orari e scegliere i progetti su cui lavorare, questa apparente libertà è spesso accompagnata da una serie di preoccupazioni e pressioni che possono limitarla notevolmente, con il concreto pericolo di trasformarla
in una gabbia dorata.
Una delle principali domande che sorge è se i liberi professionisti siano veramente liberi dall’assillo
della dipendenza economica e dalle pressioni lavorative. Spesso sono dei tuttofare: si occupano
di marketing, amministrazione, contabilità, oltre al proprio lavoro specifico.
Contrariamente alla convinzione comune, spesso si trovano a dover affrontare una feroce concorrenza e una necessità costante di promuovere i propri servizi per garantirsi un flusso costante di lavoro.
Questo può tradursi in lunghi periodi di lavoro, con orari estesi e livelli di stress elevati. Inoltre, la
mancanza di un reddito fisso e di tutele lavorative tipiche dell’impiego tradizionale li rende particolarmente vulnerabili a periodi di “magra” o a imprevisti finanziari.
La stabilità economica e la sicurezza del lavoro diventano obiettivi che possono diventare sempre più difficili da raggiungere, mentre il concetto stesso di pensione sembra allontanarsi giorno dopo giorno.
La pressione per mantenere un flusso costante di lavoro può portare i liberi professionisti a sacrificare
il proprio benessere personale e la propria vita sociale. Molte volte si trovano a rinunciare a ferie, pause e momenti di relax per soddisfare le esigenze dei clienti o per far fronte ai ritmi serrati del mercato. Questo costante stato di iper-produttività può portare a un esaurimento professionale e personale, compromettendo la salute e il benessere generale.
Inoltre, la mancanza di sicurezza sociale e di tutele lavorative può avere conseguenze a lungo termine sulla qualità della vita dei liberi professionisti.
Senza un sistema pensionistico solido o una copertura assicurativa adeguata, si trovano ad affrontare
l’incertezza finanziaria anche nell’anzianità, aumentando il rischio di povertà e dipendenza da assistenza pubblica. Il versamento dei contributi previdenziali è spesso sacrificato per esigenze immediate, con la conseguenza di una pensione minima o addirittura inesistente. Lavorare fino allo sfinimento diventa l’unica alternativa per garantirsi la sopravvivenza, spesso anche quando si è raggiunta l’età pensionabile.
Inoltre, la mancanza di formazione e di supporto può ostacolare la crescita professionale del freelance.
L’aggiornamento continuo sulle nuove tecnologie e sulle tendenze del mercato richiede un impegno costante e non sempre è facile da conciliare con le altre attività lavorative. Spesso viene sacrificata la formazione che servirebbe per acquisire nuove competenze perché banalmente devono
essere inviati dei preventivi a potenziali clienti.
Oltre alla dimensione economica, c’è anche una dimensione psicologica da considerare. La mancanza
di una struttura organizzativa può portare a una sensazione di isolamento e mancanza di supporto.
I liberi professionisti spesso si trovano a lottare da soli con problemi lavorativi e a dover prendere
decisioni importanti senza il supporto di un gruppo o di un superiore. Questo senso di solitudine
può avere un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere generale.
In ultimo, la tecnologia, sebbene abbia aperto nuove opportunità per i liberi professionisti, ha anche introdotto nuove sfide. La costante connettività significa che il confine tra vita professionale e
personale è diventato sempre più sfumato. I liberi professionisti si trovano spesso a rispondere alle
e-mail o a lavorare anche ben al di fuori dell’orario lavorativo tradizionale, compromettendo ulteriormente il loro equilibrio tra lavoro e vita privata, fondamentale per il benessere.
Tuttavia, nonostante tutte queste sfide, ci sono anche vantaggi nel lavorare come libero professionista.
La flessibilità e l’autonomia, se ben gestite e indirizzate, possono portare a una maggiore soddisfazione
professionale e a una maggiore libertà nel perseguire passioni personali. Inoltre, i liberi professionisti hanno la possibilità di lavorare su una grande varietà di progetti interessanti e di sviluppare
una vastissima rete di contatti professionali, caratteristiche impensabili per un lavoratore dipendente.
Ma non scordiamoci che la libertà del freelance non è un dono, ma una conquista da difendere quotidianamente. Richiede sacrificio, dedizione e una profonda consapevolezza delle sfide che si
affrontano. Solo con un approccio strategico e una gestione responsabile del proprio lavoro è possibile
trasformare la “libertà” del professionismo in una realtà appagante e soprattutto sostenibile.
Oltre a solide capacità tecnico-professionali, deve possedere doti relazionali e comunicative
di qualità, avere capacità di persuasione e negoziazione e saper mantenere solide relazioni con i
clienti, oltre a un’attenta gestione del proprio tempo: saper organizzare il proprio lavoro e gestire le
priorità è fondamentale per evitare lo stress e l’inefficienza.
Inoltre deve essere assolutamente elastico e flessibile, capire e – se possibile anticipare le tendenze del
mercato, così da aiutare i propri clienti nella difficile arte del cambiamento.
La scelta di diventare un libero professionista va ponderata con attenzione. È fondamentale essere
consapevoli delle sfide e dei sacrifici che questa scelta comporta.
Non è una scelta per tutti.
È una strada impegnativa che richiede passione, determinazione e una forte adattabilità.
La vera libertà del freelance non si limita all’assenza di un capo, ma si traduce nella capacità di autodeterminarsi, di esprimere la propria creatività e di realizzare i propri sogni.
Un traguardo che richiede impegno costante, ma che può regalare immense soddisfazioni.