Incredibile, ma vero. Nonostante il perdurare del Covid, l’infuriare della guerra e del caro-energia e la recrudescenza dell’inflazione, l’industria e l’artigianato cremonesi sono cresciti anche nel quarto trimestre del 2022, un anno da incorniciare se si tengono presenti tutte le difficoltà che hanno messo a dura prova la capacità di resistenza dei nostri imprenditori. Lo ha sottolineato Giandomenico Auricchio, commissario straordinario della Camera di Commercio di Cremona. «L’indagine congiunturale evidenzia come nel 2022 le imprese manifatturiere cremonesi abbiano tenuto, registrando un incremento medio annuo del 4,7% per la produzione industriale e del 4,2% per la produzione artigianale, un risultato incoraggiante che dimostra ancora una volta la straordinaria resilienza delle nostre imprese che hanno saputo reagire e fronteggiare gli effetti dirompenti della crisi energetica. Grazie al notevole incremento dell’export sono stati superati i livelli produttivi del periodo pre-covid. Il nostro sistema produttivo è sano, ma la competitività del nostro territorio è condizionata dalla carenza di infrastrutture adeguate. Alla nuova giunta regionale chiediamo quindi di attuare gli interventi infrastrutturali che attendiamo da decenni e che sono vitali per la competitività della nostra provincia».
Ma veniamo in modo specifico al quarto trimestre dello scorso anno. Il comparto manifatturiero provinciale ha registrato tassi di crescita congiunturali positivi sia per l’industria (+2,7%) che per l’artigianato (+0,5%). Anche il fatturato è risultato positivo per entrambi i comparti, segnando un +0,6% per l’industria e un +1,1% per l’artigianato. Gli ordinativi dell’industria hanno registrato un incremento congiunturale significativo sul mercato interno (+1,3%) e ancor più sull’export (+4,3%), mentre entrambi sono segnalati in leggera flessione per l’artigianato (-0,7%). In ottica tendenziale gli incrementi produttivi restano significativi sia per l’industria (+6,1%) che
per l’artigianato (+2,0%). Il fatturato, spinto anche dall’aumento dei prezzi, ha segnato incrementi rilevanti rispetto allo scorso anno crescendo del 5,8% per l’industria e del 4,5% per gli artigiani. Gli ordini hanno mostrato andamenti tendenziali più contenuti per l’industria sul mercato interno, fermandosi al +0,1%, mentre sono risultati più dinamici sul mercato estero (+2,7%). L’artigianato ha mostrato un tendenziale più marcato per gli ordini totali (+1,4%).
Sul versante dei prezzi hanno pesato le dinamiche del tutto straordinarie evidenziate a livello internazionale sulle materie prime e sui beni energetici (gas ed energia elettrica soprattutto) che hanno provocato un’ulteriore spinta inflattiva, ma meno intensa rispetto al terzo trimestre 2022. Le imprese industriali del cremonese hanno stimato, infatti, una crescita congiunturale dei prezzi delle materie prime del 2,6% e le imprese artigiane dell’8,6%. Il confronto tendenziale ha evidenziato maggiormente la gravità della situazione con un incremento del 44,5% dei prezzi delle materie prime per l’industria e del 70,5% per l’artigianato.
Le aspettative a breve degli imprenditori industriali restano positive per la maggior parte degli indicatori, ma sono deboli relativamente all’andamento della domanda interna. Gli artigiani, invece, sono più pessimisti con aspettative stabilmente in area negativa. Prevalgono le indicazioni di contrazione sia per i livelli produttivi che per ordini e fatturato, mentre è pari a zero il saldo per l’occupazione.
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