Il suo compito è particolarmente impegnativo: «Lo spiego con un esempio: se arriva una grande azienda in un paesino di mille abitanti che non ha un ufficio tecnico, il problema viene risolto da Corsorzio.it che è in grado di coinvolgere le figure professionali necessarie. E così per altri servizi: fungiamo cioè da supporto a tutti i 48 comuni del Cremasco».
Il personaggio è di spessore: 54 anni, di Pandino, perito meccanico, laureato in Ingegneria meccanica (indirizzo energetico) al Politecnico di Milano, insegnante di Impianti meccanici e Organizzazione industriale al «Galilei» di Crema, Bruno (Daniele) Garatti ha maturato esperienze sia all’interno di società miste pubblico/privato (Lgh Holding SpA e SCS Gestioni/Linea Ambiente SpA), e aziende private come project engineer, project manager, direttore e direttore tecnico. Dal 2001 è un libero professionista, titolare di società di consulenza, di gestione e sviluppo nel settore energetico. E’ stato anche una figura di spicco nel Pd cremasco. Sostenuto dalla Federazione cremasca di questo partito quando ne era il segretario, alle politiche del 2006 aveva tutte le chances per essere eletto deputato, ma la sua candidatura fu bloccata per via delle quote rosa, e al suo posto venne candidata Cinzia (Maria) Fontana, 59 anni, che, infatti, entrò a Montecitorio. Garatti non la prese bene. Dopo alcuni anni,
chiuse con la politica ed emigrò a Vipiteno (in provincia di Bolzano). Da dove è rientrato a Crema – chiamato dagli storici dirigenti del Pd – per mettersi, da amministratore delegato, al timone Consorzio.it.
All’«Area omogenea» lui crede molto. E pensa che sia un’opportunità di sviluppo economico per questa enclave. Ne spiega le ragioni: «Il territorio ha una sua unicità e compattezza oggettiva, e sente forte l’influenza di Milano. Se così è, il Cremasco, che sta remando unito, ha, quindi, una sfida da vincere: quella di sfruttare questa sua compattezza e guardare con determinazione verso il capoluogo lombardo. Senza che, per questo, venga indebolito il suo legame con Cremona che anzi verrà rafforzato perché se si velocizza il tempo impiegato dai cremaschi nel raggiungere Milano, anche Cremona – che si lamenta giustamente di sentirsi la Cenerentola della Lombardia in fatto di infrastrutture – ne trarrà beneficio. Le contrapposizioni, quindi, sono sterili».
Che cosa dà fastidio a Crema quando si parla di strade e fer- rovie? Che a Cremona, anche in periodo di elezioni regionali, si sia continuato a parlare come un mantra dell’autostrada Cremona-Mantova e pochissimo del raddoppio della Paullese fino a Milano come fosse un problema secondario. Quel cantiere infinito di cui non si prevede la fine, infatti, è il nervo scoperto dei cremaschi. «Questo territorio è certamente attrattivo nei confronti delle aziende» spiega Garatti, «perché ha in abbondanza aree da riqualificare, la qualità della vita è alta, ha un paesaggio eco-sostenibile, è già a 20 minuti dall’entrata della A1 e della Brebemi, e da Crema si potrebbe arrivare a Milano in 40 minuti, ma finché non si risolve il problema del completamento del raddoppio della Paullese e della nuova fermata della linea 3 del metrò a Paullo…».