Ecomet Refining, realtà imprenditoriale a Spino d’Adda

Estrae oro dai rifiuti elettronici. Ora si insedia anche a Treviglio

Fra i motivi della decisione, la vicinanza alla Brebemi: previste 50 nuove assunzioni

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Di lui hanno parlato anche L’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, e l’Eco di Bergamo, quotidiano la cui proprietà è controllata in maggioranza dalla Curia di Bergamo. Non si tratta di un prelato e neppure di un santo, ma di un giovane imprenditore svizzero-lombardo, Alberto Tosoni, 40 anni, che estrae l’oro (e altri metalli preziosi, come argento, platino, palladio, ma anche rodio e rame) dai catalizzatori delle auto, dagli scarti elettronici e dai pannelli solari, grazie a una tecnologia – protetta da clausole di segretezza – che ha sviluppato nel 2012, insieme a un partner industriale, nel suo stabilimento di Spino d’Adda, il più grande impianto per il recupero di metalli preziosi in Italia, tra i primi quattro in Europa. «Possiamo dire che lo stabilimento di Spino d’Adda lavora quasi in una logica anticipatoria di quelle che sono le parole del Papa nella Laudato sì» contro la logica dello scarto, è scritto sull’Osservatore Romano.
Tosoni, infatti, ha raccontato al giornale edito nella Città del Vaticano: «Quando nel 2012 ho avuto questa idea, mi hanno preso per un pazzo e un visionario. All’epoca studiavo ingegneria al Politecnico di Milano». Suo bisnonno cavava oro e argento dal Ticino, suo nonno recuperava metalli preziosi dagli scarti della lavorazione orafa e suo padre ha continuato l’attività a livello artigianale. «Io guardavo incuriosito ogni step di lavorazione. Poi sono venuto a conoscenza di quelle nuove, tante miniere d’oro e altri metalli nobili che forse il mondo ancora ignorava. Sto parlando dei cumuli di rifiuti elettronici che l’umanità ormai da decenni produce a ritmi spaventosi: cellulari, computer, batterie, rifiuti industriali, macchinari usati nei laboratori, negli ospedali, e di ogni altro strumento che contenga una scheda elettronica, quindi ho pensato ad un sistema di recupero che non devastasse l’ambiente, non inquinasse, non sfruttasse i lavoratori, come ancora oggi avviene invece in tante parti del pianeta e mi sono lanciato in questo processo di costruzione di uno spin-off industriale che ha poi dato vita a Ecomet Refining». Questa notizia non solo è interessante e singolare perché, come ha spiegato Mattia Gottardi, partner dell’iniziativa e responsabile delle relazioni istituzionali di Ecomet, «da una tonnellata di vecchi cellulari, circa 5.000, vengono ricavati più o meno 250-300 grammi di oro, per cui un bel guadagno se pensiamo alla valutazione sul mercato! E ricordo anche che tra il 6 e l’8 per cento delle riserve aurifere in tutto il mondo è contenuto in questi rifiuti elettronici», ma anche perché la società ha stipulato un accordo con la Santa Sede che ha già inviato allo stabilimento di Spino d’Adda una partita di diverse tonnellate di computer dismessi e materiale elettronico che Ecomet provvederà a selezionare e recuperare. «Si tratta di un progetto pilota… Economia positiva e economia circolare, punti di raccolta dedicati e ridonare risorse da destinare ai poveri è il cuore dell’accordo che Ecomet ha stretto con il Vaticano» ha scritto L’Osservatore Romano.

Ma non è finita, ed è questo il cuore della notizia che interessa Wip perché legata anche a ragioni economiche, logistiche e occupazionali: entro l’anno, infatti, l’azienda aprirà una nuova sede anche a Treviglio, nell’area della ex Sinterana, dove è prevista l’assunzione di una cinquantina di dipendenti. Come mai questa espansione fuori della provincia di Cremona? Lo ha spiegato bene Tosoni stesso all’Eco di Bergamo: «Abbiamo trovato l’occasione a 500 metri dall’uscita Brebemi, che collega comodamente Treviglio sia a Bergamo sia a Brescia».

A pieno regime, Ecomet lavorerà 18mila tonnellate di rifiuti l’anno, ricavando circa 3mila chili d’oro, 10mila chili d’argento, 2mila di palladio, mille di platino, 50 di rodio e 700 tonnellate di rame. Il business plan della società – che si trasformerà in una società per azioni portando il capitale sociale a 500mila euro – prevede una crescita dagli attuali 25 milioni di euro a 100 milioni nel 2024, fino ad arrivare a 400 milioni nel 2027. In vista dell’apertura della sede di Treviglio, Ecomet intende assumere una cinquantina di dipendenti, «in prima battuta ingegneri meccanici e chimici e periti meccanici, ma con l’avviamento dell’impianto anche operai» ha specificato Tosoni al quotidiano bergamasco.

Lo scorso anno PH Investments ha acquisito partecipazioni in Refimet ed Ecomet Refining.

Nella foto di copertina, da sinistra:

Filippo Finocchi, Responsabile Metalli Preziosi Legor Group S.p.A.
Massimo Poliero, Presidente Legor Group S.p.A. e Vicepresidente PH Investments SRL 

Alberto Tosoni, Presidente di Ecomet Refining SRL e Refimet SRL
Roberto Guidali, Socio e Consigliere Ecomet Refining SRL e Presidente Italimpianti Orafi SPA

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