«La nostra storia ultracentenaria comincia il 6 ottobre 1908 in piazzale Cesare Battisti a Brescia, sede della bottega di falegnameria di mio nonno, Eugenio Riva, negli anni della prima industrializzazione della provincia. È l’inizio di Riva quando ancora non era Riva». A raccontarci un secolo di vita dell’azienda di famiglia è l’ingegner Eugenio Riva, titolare dell’impresa insieme alla sorella Daria Riva e alle figlie Gaia e Benedetta.
La bottega diventa laboratorio alla fine degli anni Trenta.
Nel secondo dopoguerra viene creata una rete commerciale estesa al territorio nazionale. «L’entusiasmo dei tre figli del fondatore (Luigi – mio padre – e i suoi fratelli Angelo ed Ernesto) infonde nella società rinnovate energie. L’azienda apre poi un primo showroom cittadino e si trasferisce in via Labirinto 29, dove si trova attualmente. La struttura raggiunge le odierne dimensioni industriali e viene allargata la gamma di prodotti e servizi integrati. Ci specializziamo nella produzione di mobili e arredi su misura. Riva Arredamenti diventa, infine, Società per azioni».
Nel 2008 è stata rinnovata la sede di Via Labirinto, ampliandola con la costruzione di un edificio di circa 2.000 metri quadri che ospita uffici direzionali, tecnici, commerciali e una vasta area espositiva. «Nel 2010, Riva è entrata nel settore della Casa e dell’Illuminazione: nasce Casa RIVA, divisione di Interior Design dell’azienda. Quest’anno raggiungiamo il traguardo di 115 anni di attività».
Ingegnere, di cosa si occupa esattamente oggi la sua azienda?
«La mission è quella di progettare e arredare ambienti funzionali e custom. Uffici, banche, spazi collettivi, ambienti di lavoro e retail sono la nostra forma e sostanza prediletta. Il nostro fiore all’occhiello è l’expertise maturata nella produzione di mobili e arredi su misura, con focus su legno, acciaio e vetro.
Oggi possediamo una struttura di dimensioni industriali con falegnameria interna, macchine a controllo numerico e linea di verniciatura. Inoltre siamo dotati di un’officina interna per la lavorazione del ferro, e siamo in grado di realizzare finiture con molti materiali di tendenza del settore. Siamo anche dealer dei migliori brand di arredo, luci, complementi di design per l’ufficio e la casa, selezionati fra le molte proposte del mercato».
Quali sono le figure professionali presenti in azienda?
«Oltre a me, ingegnere, abbiamo architetti, interior designers, tecnici preventivisti e disegnatori. Un carpentiere, i nostri falegnami, squadre di operai specializzati nei montaggi. Non ultimi cito i nostri preziosi collaboratori commerciali ed amministrativi».
Lavorate in Italia e all’estero?
«Lavoriamo maggiormente in Italia».
Chi sono i vostri clienti più importanti?
«Enti pubblici, gruppi bancari, multinazionali, imprese industriali di grandi o medie dimensioni, studi professionali e società di servizi».
Quali sono i vostri canali di vendita?
«Sono i nostri showroom (per arredo ufficio e arredo casa), i portali per le forniture pubbliche, la costante attività di ricerca di contatti del nostro ufficio commerciale».
Covid e aumenti dell’energia e delle materie prime: i riflessi per l’azienda?
«Il prezzo dell’energia è aumentato di 10 volte, rileviamo aumenti incontrollati del prezzo di tutte le materie prime, nonché la difficoltà nel loro reperimento o la dilatazione dei tempi di fornitura che si ripercuotono sulle attività di cantiere e sulla programmazione di tutte le lavorazioni».
Riuscite a trovare personale con un’adeguata formazione?
«Nella nostra azienda sperimentiamo un basso turnover del personale e un alto grado di fidelizzazione dei collaboratori, la maggioranza dei quali lavora con noi da oltre 30 anni e fino al raggiungimento della pensione. Siamo, però, sempre alla ricerca di giovani motivati e capaci da inserire nel nostro organico, e da formare soprattutto per i ruoli più tecnici.
Abbiamo rapporti storici con istituti di formazione bresciani e con l’università e spesso ospitiamo ragazzi per stage o alternanza scuola-lavoro. Abbiamo aderito ai PMI days di Confindustria Brescia, ospitando scolaresche».
Cosa significa essere un imprenditore oggi?
«Significa esercitare un’attività che ha a che fare, in senso lato, con la vita delle persone, dipendenti, clienti, fornitori. Questa professione ha un ruolo importantissimo non solo come produzione di ricchezza, ma come redistribuzione della stessa e come esempio virtuoso nella società, proponendo correttezza, trasparenza e onestà» Quanto sono importanti tecnologia e innovazione nel vostro settore?
«Recentemente abbiamo ampliato la produzione con nuovi macchinari (due centri di lavoro a controllo numerico, sezionatrici e bordatrici) che dialogano costantemente con nuovi software gestionali e di disegno tecnico. Abbiamo stampanti 3D per la prototipazione, ma anche rendering walk-in e progetti che prendono vita grazie a visori di realtà aumentata: i clienti possono indossare un visore VR e camminare dentro il progetto.
Le mie ultime pensate? Progetti nel metaverso e intelligenza artificiale».
Cosa chiede oggi un imprenditore al mondo della politica?
«La richiesta principale sarebbe la riforma della fiscalità sul lavoro. La retribuzione netta che ricevono i collaboratori è dimezzata rispetto al costo che sostiene l’azienda. In questo momento di inflazione elevata e bassi salari, cerchiamo di sopperire con interventi di welfare o con liberalità quando ci è possibile, ma servirebbe un intervento strutturale».
Come vede il futuro del settore in cui operate?
«Il modo di lavorare sta cambiando: smart working, uffici condivisi, meeting da remoto, spazi di aggregazione e team work. Anche il modo di progettare e l’arredamento devono tenere conto delle nuove dinamiche negli uffici del futuro. Grande attenzione anche ai materiali riciclati o riciclabili, nell’ottica di una produzione sostenibile e all’economia circolare nella vita dei prodotti e dei loro componenti».