Marcello Parma, presidente di Cna Cremona

«I ritardi di pagamento sono un problema per 1 impresa su 2»

Quali sono le conseguenze reali di questa dilazione per le aziende

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L’Area Studi e Ricerche di Cna ha condotto una ricerca sul tema dei ritardi di pagamento nelle piccole imprese. L’indagine evidenzia una prassi diffusa e consolidata in grado di creare gravi difficoltà in termini di riduzione della liquidità, sofferenze e rischi per le aziende che non riescono a gestire serenamente i loro flussi di cassa, consistente diminuzione del valore reale dei crediti riscossi in ritardo a causa del ritorno dell’inflazione.

«Una situazione che» afferma Marcello Parma, presidente di Cna Cremona, «in tempi di tassi crescenti con il costo del denaro che ha subito un’impennata, può condurre perfino alla chiusura dell’azienda alle prese con le difficoltà finanziarie, dovute principalmente o esclusivamente ai mancati pagamenti. Eppure i termini dei pagamenti commerciali sono regolati per legge in Italia fin dal 2012 e sono stabiliti in 30 giorni, oltre i quali scatterebbero gli interessi di mora, salvo patti contrari».

Lo studio targato CNA attesta che il fenomeno dei ritardi dei pagamenti è endemico al sistema economico italiano. A livello nazionale il 55,1% del totale delle imprese coinvolte nella indagine dichiara di essere pagato in ritardo spesso o molto spesso da altre imprese. Questa percentuale scende al 44,6% nei rapporti con la Pubblica amministrazione.

«L’indagine ci evidenzia un dato clamoroso: ovvero ben il 94,3% delle imprese che non vengono pagate nei tempi dovuti dichiara di subire conseguenze dai ritardi. C’è chi ricorre al credito bancario per sopperire (quasi il 22%), chi riduce la propria crescita (il 17%), chi rallenta gli investimenti (il 16%) e chi soffre una contrazione generalizzata della sua produttività (il 13,4%). C’è poi un 10,7% che toglie risorse dall’attività produttiva da “girare” verso le operazioni di recupero dei crediti. Solo per l’8,4% delle imprese i ritardi costituiscono una minaccia alla sopravvivenza dell’impresa. E’ evidente, vedendo questi dati, come la situazione dovrebbe essere capovolta, ovvero dovremmo avere la minima parte di imprese con problemi dovuti ai mancati pagamenti».

Che fare di fronte a questo scenario?

«Dobbiamo cercare di invertire la rotta di questo effetto domino che si ripercuote sulle imprese. E’ ovvio che tutti i problemi legati alla liquidità passano dall’accesso al credito che è sempre più difficile e il rischio concreto è di minarne la capacità di rimanere sul mercato e di migliorare le prospettive di sviluppo. Occorre urgentemente che il governo metta a disposizione tutti gli strumenti necessari che consentano di facilitare l’ottenimento di finanziamenti a migliori condizioni, presupposto essenziale per favorire la ripresa del Paese e per permettere la sopravvivenza delle nostre imprese e delle loro famiglie».

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