Chi è Angelo Baronchelli, fondatore e presidente del gruppo AB

Il ragazzo che veniva dalla campagna

Lo zio gli disse: «Fai l’elettricista, così non morirai mai di fame»

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Faccia scarna e mento volitivo. Alto, figura slanciata, gambe lunghe, sembra il simbolo dell’energia tenuta sotto controllo, ma sempre pronta a scattare. Due date e due uomini hanno deciso il futuro professionale di Angelo Baronchelli, 63 anni, fondatore e presidente di AB (sono le iniziali del suo nome e cognome), gruppo di Orzinuovi (Brescia) leader della cogenerazione da gas.

Era il 1966: suo zio, elettricista, vedendolo a sette anni gironzolare in una stanza dove stava sistemando l’impianto elettrico, gli disse in tono categorico: «Tu farai l’elettricista come me, così non morirai mai di fame». Poi arrivò il 1973 e la fine delle scuole medie. Il giovane Baronchelli non aveva mai dimenticato il monito dello zio («e me lo ricordo ancora oggi a 60 anni di distanza» rammenta), quando suo padre, agricoltore arrivato nella Bassa bresciana dalle montagne della Bergamasca, giudicando che il ragazzo era bravo negli studi e non potendo i “piò” di terra che coltivava (unità di misura agraria utilizzata prevalentemente nel Bresciano) dar da mangiare a tutti i suoi figli (aveva tre maschi e una femmina), lo esortò: «Tu farai le superiori». La scelta della scuola fu semplice per il ragazzo: Itis, indirizzo elettrotecnico. Prima a Crema, poi a Cremona.E oggi che è un importante industriale (è stato anche presidente dei meccanici in Confindustria di Brescia), Baronchelli non ha mai dimenticato di essere cresciuto in campagna, fra campi da arare, sveglie all’alba, raccolta di fieno e frumento a piedi nudi in mezzo alle stoppie, trebbiatura e sgranatura delle pannocchie. «A dieci anni al“ ternavo la scuola al lavoro della terra e accumulavo esperienze da cui ho imparato moltissimo. Posso dire di aver imparato lì, in mezzo ai campi, a fare l’imprenditore perché facevo parte dell’impresa di famiglia, e avevo già in testa i valori che, poi, mi sono portato dentro: l’etica del lavoro, la serietà, l’impegno, la generosità, il ragionare a medio e lungo termine».

Diplomato perito elettrotecnico, Baronchelli si è messo subito in proprio fondando AB, piccola azienda, nel granaio di famiglia. Era il 1981: ha iniziato l’attività lavorando da solo. «Ero giovane e un po’ incosciente, con tanto entusiasmo e poche certezze; ho investito su me stesso decidendo di rischiare come è giusto che succeda quando si è giovani. Posso dire, senza ombra di dubbio, che sono partito da zero». E provenendo da una famiglia di agricoltori, è agli imprenditori agricoli che ha subito guardato. Per soddisfare le loro necessità produttive, ha progettato e costruito i primi macchinari. «Ho conosciuto Baronchelli il giorno che è venuto nella filiale del Credito Agrario Bresciano di Orzinuovi di cui ero il direttore a chiedere un prestito. Gliel’ho concesso volentieri perché avevo capito che era già un chilometro più avanti degli altri» ricorda Sergio Simonini, oggi consulente di Cassa Padana.

I suoi macchinari li ha presentati, nel 1984, anche alla Fiera di Orzinuovi, l’evento agricolo più importante della Bassa bresciana con migliaia di visitatori. «Davanti a me avevo una vasta platea di possibili clienti, cioè i grandi allevatori di bovini e suini, gli industriali di quell’epoca. Stava a me guadagnarmeli come clienti». E il giovane perito elettrotecnico capisce alcune importante verità che lo guideranno, poi, nel costruire il gruppo AB: «A quegli allevatori non interessava quanto costassero gli impianti, ma che fossero proporzionati alle loro necessità e soprattutto mi chiedevano se ero disponibile a garantire l’intervento immediato se il loro impianto si fosse fermato di giorno, di notte, compresi il giorno di Natale, di Pasqua, di Ferragosto». Dunque, Baronchelli ha imparato subito che, per avere successo, non solo doveva essere bravo, ma doveva anche costruire impianti “su misura” e offrire un servizio di manutenzione veloce, puntuale, 24 ore su 24 perché in agricoltura non c’era tempo per le perdite di tempo.

Ma sono il 1991 e il 1992 le date della svolta. Sono gli anni nei quali fu liberalizzato il settore dell’energia e venne definitivamente rotto il monopolio dell’Enel. «Alcuni clienti» racconta Baronchelli, «cominciarono a mostrare l’intenzione di produrre in proprio l’elettricità, favoriti dal fatto che la regione Lombardia finanziava gli impianti di biogas per produrre energia elettrica: 50% a fondo perduto, 50% a tasso agevolato». Per il fondatore di AB la strada era segnata: ha assunto i primi 4/5 dipendenti esperti sul versante elettrico e dell’automazione industriale e ha cominciato a produrre impianti di cogenerazione a gas naturale e a biogas prima per le aziende manifatturiere della zona; poi, progressivamente per le picco- le, medie e grandi imprese italiane e, infine, anche per i grandi gruppi esteri.

I dipendenti sono aumentati a 1.200 unità, di cui 200 ingegneri concentrati da mattina a sera esclusivamente sugli sviluppi della tecnologia di cogenerazione e su come trasformare il gas naturale e quello bio in energia. Di volta in volta, nel tempo, l’azienda ha dovuto rifocalizzare la propria strategia «perché là fuori della porta non c’è nessuno che ti passa la borraccia o ti tira la volata» avverte Baronchelli. In AB da tempo lavora l’intera fami- glia, dalla moglie Graziella, operativa fin dalle origini della ditta, e oggi anche i figli Daniele e Chiara, di 37 e 32 anni.

Un intero gruppo votato all’innovazione. Ma che cosa significa innovare per Baronchelli? «Vuol dire far capire alle persone che bisogna cambiare; solo se cambi visione riesci a vedere il futuro. E a raggiungerlo» sottolinea l’imprenditore di Orzinuovi. «Devi far comprendere alle persone che bisogna mettersi alla prova ogni giorno». Non per se stessi. Ma per soddisfare i clienti che nella loro voglia di crescere ti obbligano a migliorare chiamandoti a sfide sempre più importanti. «Quindi è vitale cimentarsi non solo sul fronte dell’innovazione, ma anche su quello della complessità. Dobbiamo essere in grado di fare cose complicate: le cose facili le fanno in molti, ma alla fine non creano valore». L’alternativa? Non essere più leader del mercato. Come lo è oggi, invece, AB.

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