“N&B” Natural Is Better, azienda salentina all’avanguardia nel settore cosmetico

La tazza di caffè riutilizzabile diventò un marchio globale

Gli organizzatori hanno voluto che questa scoperta venisse presentata al Cosmoprof

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Pocket
WhatsApp

a cura di Manuel Pugliese

Gli imprenditori sono persone che rischiano personalmente senza la sicurezza di riuscire nella loro impresa. Ma senza gli imprenditori e le loro intuizioni non avremmo compiuto tanti passi in avanti nelle innovazioni e nel progresso tecnico, economico e sociale. Quindi quando tu, industriale, artigiano o commerciante, ti senti da solo con i tuoi pensieri e le tue ansie, pensa a imprenditori iconici che hanno vissuto tutto questo prima di te e che da loro hai sempre qualcosa da imparare.

Produrre e vendere tazze riutilizzabili per berci uno o due caffè da asporto al giorno può essere un’idea che può generare un grande business? Probabilmente sì, se consideriamo che di queste tazze, già nel 2019, a 10 anni dal lancio commerciale, ne erano state vendute oltre 10 milioni, cioè più di un milione l’anno.

L’intuizione è venuta ad Abigail Forsyth che, insieme al fratello Jamie, decise di fondare KeepCup (oggi è lei il ceo della società) per produrre una tazza da caffè riutilizzabile dal design accattivante e dai colori sgargianti, piacevole al tatto, ben accettata dai baristi perché è facilmente posabile sotto le testine delle macchine per espresso nei bar di tutto il mondo, ed è anche ritenuta “fashionable” dai consumatori che hanno cominciato a trovare comodo e molto “chic” sorseggiare il caffè in una tazza Keep Cup in viaggio o passeggiando per strada o nei parchi.

Il risultato? Oltre alla sede che sorge nel quartiere Fitzroy, molto caratteristico e dall’atmosfera bohémien della vecchia Melbourne, in Australia, l’azienda di Abigail Forsyth ha uffici e magazzini a Los Angeles e Londra, 25 partner i distribuzione globale, e il suo prodotto è venduto in 65 Paesi. Impiega direttamente 45 persone a livello locale, ma ne fa lavorare indirettamente molti altri, tutti australiani, che progettano e fabbricano le tazze diventate un marchio globale.

Perché tanto successo? I motivi sono almeno tre. Partiamo dall’imprenditore: nata in Scozia nel 1971, Abigail Forsyth, quando aveva 11 anni, già confezionava e vendeva sandwich al burro di arachidi preparati in casa in un parco all’interno del polo industriale dove lavorava suo padre accumulando un piccolo capitale che le è servito per comprarsi i giocattoli e i libri preferiti. Poi, ormai adulta, si è iscritta a giurisprudenza e ha avviato una carriera di successo come avvocato, diventando famosa anche perché patrocinava gratuitamente gli immigrati.

Ma lo spirito imprenditoriale ha avuto, alla fine, il sopravvento: smessa la toga, con il fratello Jamie, e sempre a Melbourne, ha lanciato nel 1998 Bluegag, una catena di sei bar specializzati in alimentazione sana “feel good food” (piatti freschi e stagionali, caffè di qualità) e un fiorente servizio di catering. Inutile aggiungere che gli affari sono prosperati; nel frattempo ha iniziato anche un MBA nell’università di Melbourne. Ma è proprio partendo da tanto successo che, poi, le è nata l’idea di KeepCup.

In poche parole, insieme al proliferare dell’attività, aumentavano incredibilmente anche i rifiuti che producevano i suoi locali: ogni settimana mandava in discarica migliaia di tazzine di plastica “usa e getta” in cui serviva il caffè. Di animo fortemente ecologista (è tra i fondatori di B Corp, acronimo di BenefitCorporation, la severissima certificazione statunitense per il rispetto di tutti i parametri Esg), Abigail ha cominciato a cercare l’alternativa a quello che reputava uno spreco insostenibile.Guardandosi in giro, si rendeva conto che sul mercato ce n’erano già di tazzine da asporto riutilizzabili, ma avevano un design poco attraente; inoltre non erano gradite ai baristi che avevano difficoltà a utilizzarle con le macchine da caffè espresso, e neppure piacevano ai clienti che si vergognavano a usarle in giro per la città, sulla metropolitana e sui treni.

Non le restava, quindi, che un’alternativa: disegnarsi e prodursi da sola le tazze multiuso. Ha cominciato pensando innanzitutto all’estetica. Le sue tazze dovevano essere belle, eleganti e dai disegni accattivanti, facili da usare e pulire. Ma i primi designer contattati le smorzarono l’entusiasmo: «E’ l’idea più stupida che ho sentito» le disse uno di questi. Abigail Forsyth, però, andò dritta per la sua strada. Nel 2007 ha fondato KeepCup e dopo due anni di progettazione e sviluppo, arruolando designer industriali e grafici, e dopo aver venduto Bluebag, ha lanciato KeepCup nel giugno 2009 in occasione del Melbourne Design Market dove in sole 6 ore è riuscita a vendere 1.000 pezzi. Riscuotendo una vasta eco mediatica.

Il messaggio chiaro e forte al momento giusto è il secondo motivo del successo: nei primi anni Duemila, il movimento ambientalista cominciava a fare molta presa anche in Australia. KeepCup fu, infatti, subito percepito come un prodotto nato per ridurre la quantità di plastica monouso e l’impatto ambientale dei prodotti usa e getta. E la società fu riconosciuta come azienda che faceva della sostenibilità l’obiettivo fondamentale invece di incrementare solo i margini di profitto.

Così facendo, Abigail, proprietaria unica dal 2014 di Keep Cup, è riuscita a ottenere un fatturato annuo che è superiore ai 15 milioni di dollari l’anno. «Quando abbiamo iniziato, credevamo che il nostro fosse solo un bel piccolo progetto e le persone pensavano che fossimo un’impresa sociale o di beneficenza, mentre se vuoi avere successo hai bisogno di un solido pensiero commerciale».

Il marketing intelligente. «Conserva la tua tazza e riutilizzala» fu lo slogan che fece presa. Un claim amplificato da dati concreti: più di 10 milioni di persone, utilizzando questo prodotto, ha contribuito a evitare il trasporto nelle discariche di 5 miliardi di bicchieri di plastica usa e getta (nel mondo se ne producono 500 miliardi l’anno).

Il futuro? Più complicato, lo dice lei stessa: «Abbiamo creato un mercato che oggi è saturo di tazze riutilizzabili, quindi dobbiamo essere più bravi dei concorrenti. Ora la domanda che si pone la gente non è più “perché dovrei usare una tazza riutizzabile?”, ma “quale tazza riutilizzabile devo scegliere?”»

nell’immagine di copertina Abigail Forsyth, ceo di KeepCup

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Pocket
WhatsApp

Iscriviti alla nostra newsletter!

Iscriviti alla newsletter