Qual è l’opinione degli uomini di banca a proposito del Codice della crisi? Ne parliamo con Nicola Ferrari, responsabile corporate di Cassa Padana. «Le aziende devono avere un’organizzazione tale da poter superare anche i momenti di criticità. Devi essere organizzato. Oggi più della produzione è importante saper gestire i dati per sapere dove sei e dove stai andando. Non basta più il fiuto dell’imprenditore».
Ma quali sono le aziende che resistono meglio sul mercato?
«Quelle che possiedono adeguati requisiti patrimoniali ed economici, dispongono di disponibilità proprie e, quindi, hanno sempre meno bisogno dei soldi della banca».
Un esempio?
«In Italia le aziende contano un 30% di patrimonio netto e un 70% di mezzi di terzi. In Francia e Germania, questi parametri si dividono equamente, 50% e 50%. Le aziende statunitensi vantano un 70% di patrimonio e 30% di mezzi di terzi. Al di là di queste percentuali, le imprese che possiedono una marcia in più sono quelle in cui al comando convivono padre e figlio: l’esperienza abbinata alla tecnologia. Ma non è ancora tutto».
Cioè?
«Come è già successo alle banche e alle assicurazioni, anche le aziende devono cominciare ad allearsi. L’Italia ha 184mila aziende che fatturano dai 2 ai 10 milioni, In Germania e Francia ci sono meno aziende, 100mila imprese, ma che hanno più di 10/12 milioni di fatturato. Sono quelle che poi fanno shopping in Italia. Conta, quindi, anche la dimensione se si vuole essere competitivi. O ti unisci o sparisci»
Quando lei parla di organizzazione, a cosa si riferisce? A tre parametri in particolare:
1) Le risorse umane devono essere formate e motivate.
2) Strutturare i processi: devono essere ben chiari ruoli e competenze: chi fa che cosa. L’imprenditore fa solo il regista e basta perché non può occuparsi di tutto. Appena sotto c’è la prima linea, cioè le persone delegate a gestire i processi.
3) Per avere sempre il polso della situazione, il posto centrale lo occupa la tecnologia, cioè il gestionale che fotografa l’andamento aziendale. In poche parole, al centro dell’azienda non è più la produzione ma l’information technology».
Quando una banca deve erogare denaro a un’impresa si pone tutte queste domande? «Certamente. E’ inutile continuare a mettere benzina in una macchina che è poco efficiente perché o perde olio, oppure ha le batterie quasi scariche o, ancora, ha la cinghia di trasmissione a rischio rottura. La banca deve essere promotrice dei cambiamenti epocali a cui sono chiamate le imprese per essere competitive, stando al loro fianco e favorendo soluzioni concretamente percorribili».