Ruben Gallia, socio del “Tramvai Group”

Risto-Pub, reazioni a catena

Da ingegnere a ristoratore. Una vita imprenditoriale fatta di colpi di scena, di alti e bassi. «Adelante con juicio»

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I colpi di scena sono stati tanti. Così gli alti e bassi. Di fronte ai quali non si è mai scomposto. «Fanno parte della storia e della vita di ogni imprenditore» confida, «anche perché non puoi controllare tutto». Lui, comunque, non crede ai colpi di genio, ma «a un lavoro fatto di impegno e costanza quotidiani: solo così si ottengono i migliori risultati».

Da ingegnere gestionale a imprenditore della ristorazione sulle orme paterne. E ora che ha trovato la quadra, punta in alto: gestire 26 locali entro il 2026 con la crescita continua di 2-3 locali l’anno. Lui è Ruben
Gallia, 46 anni, bresciano, studente-lavoratore, laurea, come si diceva, in Ingegneria Gestionale conseguita all’Università degli Studi di Brescia, impiego da ingegnere per alcuni anni, un ripiego da assicuratore, oggi
alla testa (con due soci) di un gruppo che fattura già 12 milioni l’anno. Una storia imprenditoriale che merita di essere raccontata.

«Durante gli studi ho sempre lavorato al “Pinko” di Brescia, una delle gelaterie di mio padre. Nel 2006, dopo la laurea in Ingegneria, ho sostenuto l’esame di Stato e ho trovato impiego in una società che gestiva aree industriali controllata dal Comune di Soncino.
Lo stipendio non era granché, ma il lavoro mi piaceva.
Contemporaneamente continuavo e seguire le attività di famiglia che si stavano ampliando con l’apertura dei ristoranti a Padernello, nel Bresciano».
Ma facciamo un tuffo all’indietro. Siamo nel 1998 a Padernello, paesino di 60 anime, dove si è accesa la scintilla che porterà alla rinascita del piccolo borgo rurale: da un lato un pugno di visionari che si è messo in testa (riuscendoci) di far tornare al suo antico splendore il castello ridotto a un cumulo di macerie; dall’altro il padre di Ruben, Natale Gallia che, intuendo con largo anticipo ciò che negli anni a venire sarebbe successo un autentico Rinascimento, decise di aprire l’“Osteria
Aquila Rossa”, seguita nel 2000 dalla “Locanda del Vegnot”, dalla “Merenderia Il Fornello” e dal “Ristorante La Bianca” (2009). Del 2007 c’è stata, invece, l’apertura del Sedicesimo Secolo, ristorante di pesce a
Pudiano, frazione di Orzinuovi.
«Quando mi fu proposto di entrare in società, decisi di lasciare l’impiego di ingegnere per dedicarmi alle attività di famiglia con l’intento di creare un gruppo che potesse crescere ulteriormente; ma questa non era l’idea di mio padre che, ad un certo punto, considerando concluso il ciclo di Padernello, preferì affittare i ristoranti a terzi».
Vedendo vanificato il suo progetto, nel 2010 Ruben decise di rimettersi in gioco come ingegnere, ma si era reso subito conto che, dopo uno stop di tre anni, rientrare nel giro era quasi impossibile. Ha trovato così un ripiego nel ramo assicurativo e ha continuato ad occuparsi della
gelateria “Al Pinko” di Brescia.

Ma c’è un altro colpo di scena. «Nel 2010» continua a raccontare, «mio zio Gilberto stava aprendo il Tramvai di Orzinuovi, il secondo di quella che sarebbe diventata una lunga lista di Risto-Pub divenuti famosi soprattutto per il galletto alla brace e la birra artigianale. È iniziata
così una collaborazione che ha portato all’apertura del Tramvai di Fidenza e del Tramvai di Cremona».
A questo punto le attività sono diventate quattro e Ruben ha un’intuizione che si rivelerà vincente: aprire un birrificio artigianale per servire i locali del neonato
Tramvai Group.
«Il 2013 è stato per me l’anno della svolta. Di fianco al Tramvai di Orzinuovi decisi di aprire il birrificio artigianale “La Fenice”, con sette proposte di birra, una per ogni vizio capitale, da cui presero i nomi».
Alla media di due locali aperti l’anno, il gruppo è arrivato ad avere 15 Risto-Pub Tramvai e 3 Risto-Pub Cresta Alta sparsi tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, 4 pizzerie (“Magazzino della Pizza”), a cui si aggiungono il ristorante “Cascina La Bassa” di Padernello, inaugurato nel luglio 2021 e l’“Agribirrificio del Graal” che, nel frattempo, ha preso il posto del birrificio “La Fenice”, entrambi di proprietà degli stessi soci ma con quote diverse rispetto ai locali del Gruppo Tramvai.
A questo punto, Ruben e lo zio Gilberto hanno deciso di prendere strade diverse. 

Oggi il “Tramvai Group” è di proprietà di tre soci: Ruben Gallia, il padre Natale Gallia e l’amico Alessandro Tosini.
Una storia imprenditoriale è fatta di cadute e risalite, è una regola che vale quasi per tutti.

 Quali sono stati i momenti più difficili?
«Il periodo del Covid è stato complicato. Ci siamo indebitati per i successivi quattro anni. Nonostante ciò, grazie agli aiuti dello Stato e al grande impegno dei nostri dipendenti, siamo riusciti a rimanere in
piedi garantendoci un futuro. Inoltre, potendo contare su una flotta di 30 vetture siamo stati fra i primi ad organizzarci per la consegna a domicilio. In questo caso, il merito è tutto di mio padre perché l’idea di introdurre il delivery in tutti i locali già prima del Covid è stata sua. Grazie alla turnazione e alla cassa integrazione, siamo riusciti ad assicurare gli stipendi al nostro staff; tutto questo ha rinsaldato i rapporti umani e consolidato il rapporto di fiducia tra proprietà e collaboratori. Le difficoltà, comunque, non ci hanno impedito di continuare a investire: in pieno periodo Covid abbiamo spostato il birrificio da Orzinuovi a Padernello, ampliandolo e aumentando la produzione, mentre a luglio 2021 abbiamo inaugurato la “Cascina La Bassa”, progetti già approvati e finanziati dalle banche».

Altri colpi mancini?
«Un colpo altrettanto duro è venuto dalla crisi energetica del 2022
quando abbiamo dovuto pagare in bolletta un totale di 500mila euro. L’incertezza era tanta, ma se decidi di fare l’imprenditore devi metterti in testa che i problemi e gli imprevisti sono la normalità perché fanno parte del gioco. Per fortuna dal 2023 siamo ripartiti e ora stiamo portando avanti il progetto “Magazzino della Pizza” con quattro nuove aperture a
Crema, Brescia, Piacenza e Bergamo».

A una caduta fa seguito una risalita. Quali sono stati i momenti più esaltanti?
«Se devo essere sincero, non ho ricordi di essere stato pienamente soddisfatto di quello che ho fatto. Senza dubbio vedere ogni giorno
la crescita del birrificio, che considero una mia creatura, mi rende
molto felice. Anche “Cascina La Bassa” è un grande successo, così
come il “Magazzino della Pizza” a Brescia. Altri locali fanno più fatica a decollare, ma questo è fisiologico».

I grandi numeri sono la vostra forza. Nonostante questo siete
sempre attenti alla qualità dei prodotti.
«L’attenzione alle materie prime per noi è di fondamentale importanza. Il nostro core business è costituito dal galletto, che acquistiamo dalla Vallespluga, e dalla birra artigianale, prodotta dal nostro Agri-birrificio. Ho scelto personalmente l’allevamento e il macello da cui arrivano gli hamburger di Fassona piemontese, mentre lo gnocco fritto viene prodotto esternamente su nostra ricetta e lo stesso vale per le ribs».

Che cosa significa essere un imprenditore oggi?
«Significa alzarsi ogni giorno con la voglia di far crescere la propria
azienda mettendosi costantemente alla prova. Credo poco ai colpi di genio. La maggior parte degli imprenditori è gente caparbia che ama il detto “adelante con juicio”. A mio figlio Edoardo faccio sempre questo esempio: il calciatore Antonio Cassano, sicuramente era un giocatore talentuoso, ma non avendo costanza, metodo e professionalità ha concluso ben poco. Di contro, Gennaro Gattuso, altro calciatore con meno talento, ma allenando si e impegnandosi tutti i giorni, in carriera ha vinto tutto quello che un calciatore può sognare. Il massimo sarebbe essere un genio e avere tenacia e perseveranza, ma di calciatori come Zidane, Messi e Cristiano Ronaldo ce ne sono pochi. In futuro il mio lavoro sarà quello di trovare persone capaci a cui delegare i compiti che oggi svolgo in prima persona, passando così da imprenditore a talent
scout».

Quanto è importante la comunicazione per lei?
«Ce ne sono di due tipi: quella interna all’azienda e quella con l’esterno. Nella comunicazione interna, fino a qualche tempo fa, eravamo pessimi. Ma, dopo il Covid, abbiamo fatto molti passi in avanti: le relazioni interne si sono umanizzate».

Com’è la comunicazione con la clientela?
«L’ho affidata a una risorsa interna che si occupa dei social network. Io, comunque, sono molto attento e collaboro a stretto contatto con la social media manager. Controllo settimanalmente i report relativi a insights, impression, costo per click e così via, mentre la parte creativa preferisco delegarla. Tenere monitorate le statistiche è fondamentale per capire se la nostra strategia comunicativa è efficace oppure se bisogna aggiustare il tiro».

Oggi molti imprenditori lamentano difficoltà nel reperire personale qualificato. Vale lo stesso anche per voi?
«Durante il periodo del Covid si è creato uno zoccolo duro di dipendenti che ci ha permesso di superare le difficoltà nel reperire personale nel dopo-pandemia. Ragazzi e ragazze sono stati eccezionali dimostrando attaccamento all’azienda e per questo li ringrazio».

Che cosa chiede al mondo della politica per il settore
della ristorazione?
«Chiedo solo che mi lascino lavorare. Seguo con interesse la politica, ma faccio affidamento solo su me stesso, non su chi ci governa. Mi piacerebbe pagare meno tasse per poter garantire ai nostri dipendenti un compenso netto più alto in busta paga. Ok al taglio del cuneo fiscale, ma credo che un governo dovrebbe innanzitutto premiare chi investe nel 4.0 e nel 5.0, dunque nell’innovazione e nella digitalizzazione della propria azienda».

Che cosa c’è nel futuro del Tramvai Group?
«Tra i progetti già avviati c’è l’apertura di un “Magazzino della Pizza”, il nostro nuovo concept, accanto a ogni “Tramvai” e a ogni “Cresta Alta”. Questo vale anche per le aperture future. Oggi siamo in trattativa con potenziali investitori per lo sviluppo del marchio Tramvai. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare a quota 26 locali entro il 2026, con una crescita organica di 2-3 locali l’anno. Inoltre, grazie a un finanziamento regionale, abbiamo avviato il progetto “GAIA”, e dovremmo essere operativi entro la
metà del 2024. Si tratta di un tablet con assistente virtuale dotato di Intelligenza Artificiale, GAIA appunto, che consentirà ai clienti di ordinare direttamente dal proprio tavolo. Si tratta di un progetto finalizzato a fornire un servizio migliore al cliente. Questo non significa eliminare
i camerieri, ma supportarli soprattutto quando in sala c’è molta gente, oppure quando un cliente ha un ripensamento o vuole fare un’integrazione al proprio ordine». 

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