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Stringere i denti ancora per 15 mesi, poi sarà ripresa

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Rallentamento, recessione e ripresa. Sono le tre «R» che riassumono lo scenario economico mondiale dei prossimi 15 mesi. Lo stanno dicendo in tanti. Troppi, per non crederci. Possiamo partire da Gregorio De Felice, chef economist di Intesa Sanpaolo: «La buona notizia è che durante il 2023 l’inflazione scenderà al 6,8% per normalizzarsi nel 2024. Così, dopo l’attuale rallentamento, il nostro Paese tornerà a crescere». Merito anche di un sistema manifatturiero la cui propensione all’export dal 2008 ad oggi è salita dal 36% al 48,3%. Quindi, in attesa delle schiarite del 2024, stringere i tempi. Affrontando meglio che si può il rallentamento della domanda, l’aumento dei costi e la riduzione dei margini.

Lo ha detto anche Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy: «Avremo ancora ripercussioni negative nella prima parte di quest’anno soprattutto sul fronte dell’inflazione, ma grazie al price cup europeo che ha fatto crollare il prezzo del petrolio nella seconda parte dell’anno tornerà a crescere la produzione trainata dall’export».

La stessa prospettiva la troviamo nelle dichiarazioni di studiosi e manager europei secondo i quali nelle ultime settimane sono aumentati i segnali che consigliano di andarci piano con il catastrofismo. Fra gli ultimi in ordine di tempo sono stati il Centro studi di Confindustria e quello di Confcommercio. Il primo ha stilato una serie di “luci” che lasciano ben sperare: il prezzo del gas ai livelli più bassi da oltre un anno, la tenuta del potere d’acquisto totale delle famiglie in termini reali, il recupero degli indici di fiducia e di Borsa.

La Confcommercio ha alternato previsioni di brevissimo termine negative e previsioni di medio periodo più fiduciose, come l’inflazione «probabilmente in significativa riduzione nei prossimi mesi». Infine il primo «Bollettino economico» del 2023 di Bankitalia, presieduta dal governatore Ignazio Visco, che ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il 2022 fino a +3,9, e soprattutto per l’anno in corso, fino a +0,6% (il doppio di quanto previsto ad ottobre scorso).

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