120 team member e 1.100 travel manager: scoprire il mondo socializzando

WeRoad: dietro un sito web nuovi compagni d’avventura

Andrea D’Amico, ceo della travel scaleup italiana, in esclusiva per Wip

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Leadership mondiale nel settore entro il 2025. Questo l’obiettivo dichiarato da OneDay Group, società italiana trainante della travel scaleup WeRoad. Questa startup ha intercettato una nuova tendenza che sembra rappresentare in pieno una nuova attitudine sociale in costante crescita nel settore dei viaggi: non basta più prendere un biglietto d’aereo e raggiungere una destinazione, ma si va sempre più in cerca di un’esperienza completa.

A dispetto di un mondo in cui l’individualità sta sempre più caratterizzando la vita delle persone, una delle esigenze principali del viaggiatore è la ricerca di socialità; pertanto, in un viaggio si va incontro alla possibilità di conoscere persone nuove per condividere un’esperienza a tutto tondo. WeRoad si pone come “agenzia viaggi del futuro” grazie al suo format che sta letteralmente spopolando, e non solo fra i milliennials. La crescita esponenziale della domanda ha, di fatto, decretato l’ascesa di questo progetto che in pochi anni ha già conquistato 5 Paesi.
Ce ne parla in modo approfondito e dettagliato, in esclusiva per Wip, il Ceo di WeRoad, Andrea D’Amico, già noto per il suo importante ruolo di vice president e managing director Emea (acronimo dell’inglese Europe, Middle East, and Africa) di Booking.com, colosso mondiale attivo nel settore viaggi per il quale ha lavorato 18 anni.

Andrea D’Amico, Ceo di WeRoad

Ci racconti, innanzitutto, la storia del progetto WeRoad. Quando? Come? Da chi nasce l’idea?
«WeRoad nasce da un’idea di Paolo De Nadai, presidente di OneDay Group, nel Natale del 2016. Paolo era appena tornato da un viaggio di gruppo organizzato da un tour operator straniero, e si era reso conto che in Italia mancava un modello simile, dedicato alla sua generazione, quella dei millennial. Il progetto iniziale vedeva, quindi, la creazione di un format di viaggi on the road per il mondo, concepiti per piccoli gruppi di persone omogenei per fascia d’età e con lo stesso mood di viaggio. C’era, cioè, l’intenzione di offrire la migliore esperienza possibile e dare l’opportunità alle persone di creare forti legami e amicizie. WeRoad era solo un’idea, ed è diventata in pochi anni una realtà che ha già portato più di 60.000 persone a vivere esperienze indimenticabili».

Com’è strutturata l’azienda? Il servizio è limitato al territorio nazionale o viene offerto anche in altri Paesi?

«Siamo nel pieno della fase di internazionalizzazione. Questo non implica solo l’apertura di nuovi mercati con presenza fisica sul territorio (ad oggi siamo presenti in 5 nazioni: Italia, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito). I nostri itinerari sono ora prenotabili (e guidati) in 5 lingue diverse: inglese, tedesco, francese, spagnolo e, naturalmente, italiano. L’head quarter si conferma a Milano dove è presente la maggior parte del team e le funzioni centrali: Ambassador & Community, People & Culture, Sales, Marketing global & Finance, Prodotto & Tech». 

Quanti dipendenti conta WeRoad?

«Al momento contiamo 120 team member sparsi tra i nostri uffici in giro per l’Europa (persone di 12 nazionalità diverse), e circa 1.100 coordinatori di viaggio. In linea generale, il remote working fa parte del nostro dna, quindi ciascuno è libero di lavorare da qualsiasi parte del mondo. Ma ci si trova periodicamente tutti assieme per le celebri “carbonare” che sono anche uno strumento di on- boarding per i nuovi team member internazionali. E facciamo eventi-esperienze che riuniscono tutti i nostri hub come ad esempio la WeRoad Jordan Expedition in cui il team inglese, italiano e spagnolo si sono trovati tre giorni assieme per esplorare Petra e il deserto del Wadi Rum in Giordania. Insomma, in WeRoad c’è chi lavora dalla provincia italiana, chi da Londra, chi ha scelto di vivere in Indonesia, chi gira il mondo da nomade digitale e poi c’è anche chi ama venire in ufficio per fare bonding con i colleghi».

Il progetto è solo online o esistono anche agenzie fisiche?
«Sin dall’inizio, il progetto è stato sviluppato totalmente online: dal tour operator alla piattaforma digitale (www.weroad.it). I viaggi, o meglio ancora le nostre esperienze, sono costruiti direttamente da noi e venduti tramite il nostro sito. E non parlo solo dei nostri itinerari; gestiamo in autonomia, infatti, anche la community e gli stessi coordinatori, i quali sono formati per essere «esperti dell’engagement» e seguono corsi per poter far fronte a ogni tipologia di criticità che si possa presentare durante il viaggio, restando prima di tutto dei compagni di avventura».

Quali tipi di pacchetti offrite ai clienti? Si può avere un’idea dei prezzi e dei relativi servizi?
«Le mete sono tante e diversificate per “mood”: possono essere viaggi avventurosi e a contatto con la natura, oppure più rilassanti, tra sole e mare. Questo, insieme alla suddivisione dei pacchetti per fasce d’età (dai 25 ai 35 anni o dai 35 ai 49 anni), è l’elemento vincente, perché permette di creare una buona sintonia tra i viaggiatori dello stesso gruppo. Viaggiamo in piccoli gruppi di 15 persone al massimo, ci spostiamo in maniera itinerante per esplorare un Paese, e non includiamo il volo nel pacchetto per dare maggiore flessibilità ai nostri partecipanti, che possono partire dall’aeroporto che preferiscono, e anche estendere il viaggio prenotando il volo di andata o di ritorno prima o dopo le date del WeRoad stesso». 

I costi?

«Variano a seconda del tipo di viaggio: siamo nati per il lungo raggio e il nostro viaggio più rappresentativo è il “360°”: viaggi come “Thailandia 360°” o “Islanda 360°” permettono di visitare in 10-12 giorni un Paese e di scoprirlo, appunto a 360 gradi. Ma abbiamo anche itinerari più brevi (5-7 giorni) chiamati Express, oppure proposte che puntano all’affordable luxury con gli itinerari Collection. I costi variano, quindi, in base a durata, destinazione e tipologia di viaggio. Poi, al nostro team marketing piace molto giocare con le promozioni che vengono lanciate in momenti diversi dell’anno. L’ultima activation “Missing Animals”, ad esempio, ha fatto il giro dei social: nelle principali città europee, abbiamo appeso poster di insoliti animali scomparsi (alpaca, scimmie, renne e cammelli) e, per chi si univa alla ricerca (almeno simbolica) di questi animali scannerizzando il QR Code indicato, c’era un codice sconto per un qualsiasi itinerario di WeRoad».

Che cosa spinge un utente a scegliere WeRoad? Lei pensa che questo format sia destinato a sostituire le tradizionali agenzie di viaggi?

«La nostra filosofia è che il viaggio non è il fine, ma un mezzo per conoscere nuove persone, culture e creare relazioni; ed è proprio questo uno dei principali motivi per cui si diventa WeRoader. Negli anni abbiamo creato una community talmente forte che molto spesso gli stessi utenti decidono di continuare a viaggiare con noi tutti gli anni: questo grazie anche ai contenuti che offriamo sui social, dei veri e propri racconti delle nostre incredibili esperienze di viaggio. Non sappiamo se i nostri format sostituiranno le tradizionali agenzie di viaggio, ma di sicuro avere l’appoggio di un tour operator su viaggi più lunghi e impegnativi, specialmente per chi lavora e ha poco tempo per organizzarsi, resta un valore insostituibile per i viaggiatori».

Com’è cambiato il mondo dei viaggi?
«Il tratto principale di come stanno cambiando i viaggi organizzati è proprio il bisogno di socialità. Le persone non vogliono più un semplice viaggio organizzato per visitare un Paese lontano, ma un viaggio che porta a fare esperienze e conoscere nuove persone grazie ai compagni di viaggio». 

Le disponibilità economiche cambiano rapidamente. Secondo lei, quindi, si va verso un futuro in cui viaggiare tornerà ad essere un vezzo per pochi oppure il mercato offrirà sempre più possibilità accessibili a chiunque?

«In realtà credo (e spero) che sempre più persone riusciranno a viaggiare – e viaggiare veramente – immergendosi nella cultura e nelle tradizioni di un luogo. Già ora il mercato offre tantissime possibilità per visitare un nuovo Paese, e penso che ci saranno sempre più opzioni diverse adatte a tutti coloro che amano esplorare il mondo. E anche noi in WeRoad stiamo cercando di offrire una sempre maggiore varietà di esperienze».

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