BerBrand Srl. Intervista al founder e ceo Emanuele Bertoli

Accessori di madreperla“sostenibili” per marchi elitari del lusso mondiale

Opera nell’economia circolare, carbon neutral e a scarto zero

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L’idea di Emanuele Bertoli di creare accessori di moda sostenibili
e innovativi ha portato alla nascita nel 2002 di BerBrand Srl, una
piccola impresa manifatturiera e commerciale, una micro-multinazionale
tascabile (come l’ha definita la Camera di Commercio), nata ad Adro, in Franciacorta, in un territorio un tempo conosciuto in tutto il mondo come la «button valley». Sin dalla sua nascita, l’azienda – che ha conquistato credibilità e reputazione nell’ambito della ricerca e dell’innovazione digitale – opera
nel settore del lusso in un’ottica di economia circolare e sostenibile, offrendo prodotti esclusivi di alta gamma in materiali naturali, organici e a scarto zero derivanti da fonti di riciclo industriale. E’ l’unica azienda, al mondo, a certificare interamente la sostenibilità e la tracciabilità della propria produzione
che parte dall’Australia e dal Vietnam. E collabora con i migliori marchi internazionali nel settore moda, orologeria, occhialeria, interni, automotive e pelletteria. Lo fa con accessori e finiture in madreperla, ma non solo. Può contare su una fitta rete di contoterzisti di alta qualità, una produzione in
Vietnam, un rapporto diretto con la supply chian che sta nel mare, in Indonesia, dove si allevano le ostriche da cui si ottiene il prezioso prodotto naturale. Stiamo parlando di piccoli elementi aggiunti ad altri materiali per rendere unici una sneaker, il quadrante di un orologio, un capo d’alta moda,
gli inserti di un occhiale e anche l’interno di una Roll-Royce (la prima dream car valorizzata ulteriormente da BerBrand). Per saperne di più abbiamo intervistato Emanuele Bertoli, ceo dell’azienda.

«Abbiamo iniziato con i principali materiali organici, 21 anni fa, utilizzando
madreperla, corozo o avorio digitale (estratto dai semi di una palma), corno di bufalo indiano (tratto da animali morti di vecchiaia, dato che sono considerati sacri). Nel 2005 abbiamo sviluppato un processo di integrazione verticale
iniziando dalla madreperla che tuttora prosegue e che ha generato
uno spin- off, Superlativa Srl che nel 2022 è diventata totalmente
carbon neutral e a scarto zero»

 Che cosa è Superlativa?

 

«E’ una società partecipata da un Family Office molto importante,
una realtà in continua e rapida crescita nell’ambito dei brevetti
che in questi anni abbiamo realizzato nel settore della madreperla
del quale abbiamo il controllo verticale dalla materia prima al prodotto
finito mantenendo i criteri di sostenibilità attraverso la certificazione
esterna da parte della Fondazione dell’Acquario di Genova (Certificato Ecocrest), nostro partner sin dal 2002».

Per quanto riguarda l’innovazione digitale?

«Nel 2009 siamo stati il primo proof of concept mondiale di Supply Chain Blockchain, un sistema basato su RFID (acronimo inglese di Radio Frequency Identification) che traccia in tempo reale i vari processi
produttivi, premiato nel 2010.
Grazie a questa esperienza, nel 2015 abbiamo realizzato un brevetto, già
omologato in Italia, per una tecno-logia in grado di generare e leggere
un’identità digitale tramite smartphone. Nel 2016 è arrivato 1Trueid, un altro spin-off che collabora con
le principali aziende del lusso, del settore fashion, food e pharma,
fornendo etichette intelligenti per soluzioni logistiche, anticontraffazione
e coinvolgimento dei clienti».

BerBrand è un autentico incubatore
di idee e progetti. Qual è il vostro core business? 

«Il nostro core business è l’accessorio, realizzato in vari materiali. I nostri prodotti sono il risultato dell’eccellenza maniacale che mettiamo in qualsiasi articolo che realizziamo, anche perché ci rivolgiamo ad un settore, quello dell’alta e altissima gamma, che richiede precisione nel minimo dettaglio. Ad oggi
quello che ci caratterizza è il fatto di lavorare in modo trasversale nei
settori della moda, dell’orologeria, dell’occhialeria, degli interni, dell’automotive, dell’arredamento, dei bottoni, del packaging e altro ancora, il tutto in un’ottica di lusso sostenibile. Negli anni abbiamo infatti affinato il nostro processo
produttivo fino a raggiungere oggi l’obiettivo “zero rifiuti”, grazie allo
sviluppo di materiali tecnologicamente avanzati che hanno aperto
nuovi mercati».

Particolarmente affascinante è il discorso relativo alla madreperla.
Cosa può dirci al riguardo? 

«La madreperla è uno degli articoli che trattiamo. Si tratta di una conchiglia allevata in Indonesia, nelle cosiddette Pearl Farm, dove portiamo i nostri clienti principali a toccare con mano quello che facciamo. L’ostrica assorbe il carbonio
dall’atmosfera per ricavare il carbonato di calcio con il quale costruisce il guscio e anche la perla. Dall’allevamento si arriva al prodotto finito, e con la nostra tecnologia di lavorazione brevettata arriviamo allo “scarto zero” sulla risorsa.
La perla viene messa in vendita principalmente a Hong Kong e in Giappone, mentre il mollusco è destinato allo slow food».

E per quanto riguarda altri prodotti?

Emanuele Bertoli con i lavoratori di una Pearl Farm «Su altri prodotti stiamo lavorando in ambito di riciclo. BerBrand si è specializzata sempre più in materiali derivati da upcycle (riciclo ndr) della filiera tessile tra cui accessori
in cellulosa e puro cotone organico. Nella sede di Passirano, in provincia di Brescia, ci occupiamo delle lavorazioni tecnologicamente più sofisticate, mentre quelle di base vengono fatte in Vietnam».

Cosa significa lavorare in BerBrand?

«Siamo una società con un organico nettamente inferiore rispetto alla concorrenza, ma in continua crescita. Pur essendo una piccola
realtà, abbiamo dovuto adottare meccaniche da grande azienda,
quindi avere un grado massimo di efficientamento. Da noi il personale
ha la possibilità di spaziare nell’ambito delle proprie competenze
a 360°. Chi fa un’esperienza in BerBrand solitamente, poi, va a
lavorare nelle multinazionali. L’ultimo ragazzo che si è formato qui è
stato assunto da una delle cosiddette Big4».

Operate principalmente in Italia oppure all’estero?

«Il nostro mercato è principalmente estero, inteso come europeo. Il
mercato del lusso oggi è focalizzato sui grandi gruppi francesi, italiani
e anche tedeschi. Per quanto riguarda l’orologeria siamo presenti
sul mercato svizzero. Vendiamo anche negli Stati Uniti, in Cina e
nel resto dell’Asia, ma con percentuali molto più basse».

La pandemia, gli aumenti dell’energia e delle materie prime che
cosa hanno comportato per la vostra azienda?

«A livello energetico siamo autosufficienti. Abbiamo una produzione
di energia solare che, al momento, è in grado di soddisfare a
pieno le nostre esigenze. Essendo presenti in maniera trasversale in
più settori, nemmeno la pandemia ci ha particolarmente penalizzati».

A suo parere, che cosa riserverà il futuro alla vostra azienda?

«Oggi si assiste ad una sempre maggiore personalizzazione del
prodotto. Un articolo deve rispecchiare sempre di più la persona
che lo possiede sia per la qualità che a livello valoriale. Più un’azienda
riesce a rispondere a questa esigenza, maggiore sarà il suo successo
negli anni a venire».

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