Cogeneratori AB: costi e tempi di ammortamento

Come risparmiare elettricità e metano dal 30 fino al 70%

Ecco la ricetta: bisogna abbinare questi macchinari agli impianti fotovoltaici

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Pocket
WhatsApp

In una stagione di bollette ener- getiche impazzite, risparmiare si può. Dal 30% fino al 70% e anche oltre, sentendo le testimonianze di imprenditori o dirigenti di alcune aziende. Qual è stata la loro mossa vincente? Hanno sommato i rispar- mi generati da un impianto di co- generazione (a gas naturale, biogas o biometano) a quelli di un impian- to fotovoltaico. Per capirne di più in fatto di cogenerazione siamo anda- ti dal leader del settore, il gruppo AB di Orzinuovi. A riceverci sono stati Angelo Baronchelli, fondato- re e presidente del gruppo e Enrico Calzavacca, 48 anni, chief techno- logy innovation officer.

«Il fotovoltaico da solo non basta

a realizzare grandi risparmi» spiega Calzavacca, «perché immagazzina elettricità soltanto nelle ore di luce. C’è bisogno, quindi, di aggiunger- vi il termico, quindi calore e vapo- re, prodotto dalla cogenerazione». Un’azienda, infatti, ha bisogno di energia elettrica e calore. E tradi- zionalmente, l’energia elettrica e quella termica vengono prodotte separatamente; e nell’uno e nell’al- tro caso si registra una grande di- spersione.

«Con l’impianto cogenerativo, in- vece» sottolinea il responsabile Ricerca & Sviluppo di AB, «viene prodotta simultaneamente sia l’e- nergia termica (sfruttata al 100% e utilizzando una quantità inferio-

re di gas) che quella elettrica con rendimenti migliori (perdite solo del 15%)». Sono state, spesso, le in- tuizioni tecniche che hanno fatto la fortuna dell’azienda. Già da giova- nissimo imprenditore, Baronchelli aveva capito che da reflui animali si poteva produrre energia. «E ci ave- va chiesto un finanziamento pro- prio per progettare e costruire un macchinario adatto a questo sco- po» ricorda Sergio Simonini, che era il direttore della filiale di Orzi-

nuovi del Credito Agrario Bresciano, oggi consulente di Cassa Padana. Anche la cogenerazione da bio- gas (che produce energia elettrica – ceduta alla rete – e termica totalmente rinnovabili) è diventata un fiore all’occhiello del gruppo bresciano. «Abbiamo immense quantità di quelli che definiamo scarti, e che, invece, sono risorse» avverte Baronchelli.

Si possono produrre biogas ed energia dai rifiuti (come gli scarti di macellazione, latte, pomodori, for- maggio, gli avanzi dei supermercati e delle mense), dai reflui industriali e da tante sostanze organiche. Da una enorme discarica in Brasile in cui confluiscono i rifiuti in de- composizione, AB estrae il gas per mantenere in funzione il più gran- de impianto di cogenerazione del mondo. «Gli scarti» precisa Enrico Calzavacca, «vengono trasforma- ti per il 50% in metano e per l’altra metà in CO2 e, una volta opportunamente trattati, producono energia e calore».
Dal biogas al biometano. Ci sono già aziende che sono passate al biometano con un upgrade sugli impianti. Ma quanto costano i co- generatori di AB? «Faccio alcuni esempi» chiarisce Calzavacca. «Per un impianto da 300 KW il costo è inferiore ai 500mila euro, mentre per uno da 600 KW, non si arriva al milione di euro. Inoltre un cogeneratore da biogas si ripaga in uno, due anni».

Macchinari che vanno in tutto in mondo e vengono trasportati in container. E’ questa una delle tante armi vincenti di AB. In poche paro- le, gli impianti realizzati a Orzinuovi – salvo i motori, prodotti da 30 anni dall’austriaca Jenbachet per AB – vengono assemblati in azienda per verificare ogni minimo dettaglio, poi smontati, trasportati e rimonta- ti nell’azienda dell’acquirente. «Ciò si traduce in un risparmio di costi e di tempo di installazione, evitando i possibili imprevisti di un cantiere aperto e garantendo un sistema più efficiente» dice il presidente. All’interno di package si trovano di- verse soluzioni impiantistiche che il cliente può scegliere fra un’ampia

gamma di potenze (da 300 a 4.500 KW) e la forma energetica di cui ha bisogno. Non solo mega-impianti, quindi, ma soprattutto centrali più piccole.

Infine, ogni contratto prevede il “full service”, l’assistenza 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno. In- somma, è lo stesso trattamento che Baronchelli riservava agli agricoltori all’inizio della sua attività di perito elettrotecnico. Tanto è vero che i tecnici addetti a individuare i pro- blemi agli impianti e a intervenire immediatamente sono il 30% dei dipendenti, cioè 350 circa. Tanti, an- che se i 2.000 impianti funzionanti in tutto il mondo sono preventiva- mente vigilati da remoto dalla di- visione «Service» che occupa una parte importante dei 40mila me- tri quadri del quartier generale di AB che comprende una dozzina di società, ognuna dedicata a una fase specifica della filiera produt- tiva e commerciale del gruppo. Al post-vendita è dedicata la stessa maniacale attenzione riservata alla progettazione e realizzazione dei cogeneratori.

Baronchelli, che cosa le servirebbe ancora? «Solo un po’ di serenità. Per tutti»

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Pocket
WhatsApp

Iscriviti alla nostra newsletter!

Iscriviti alla newsletter