Produttore di forgiati in acciaio a livello europeo

Franchini Acciai lavora per i colossi del settore

Gianpietro Franchini, self-made-man Da operaio a “capitano” d’industria

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Franchini Acciai è uno dei principali produttori di forgiati in acciaio a livello europeo. Fondatore e guida di questo colosso industriale da 66 milioni di fatturato e 132 dipendenti è Gianpietro Franchini, classe 1947, l’imprenditore che, forse, più di tutti a Mairano e dintorni ha segnato il passaggio dal lavoro nei campi a quello in fabbrica. La sua è la storia di un uomo che, partendo dal niente, è diventato un “capitano” d’industria.

E’ nato a Brescia e, fino all’età di 3 anni, ha abitato in una casa colonica con la madre Giuseppina, il padre Giovanni cinque fratelli, tre maschi e due femmine. Due di loro moriranno giovanissimi in tempo di guerra, per malattia. Nel 1944 l’abitazione è stata bombardata dagli Alleati. «Mio padre coltivava le verdure, mia madre le raccoglieva e si andava in piazza Rovetta a venderle con il carretto trainato da un cavallo; correva l’anno 1952-53. Mio padre morì nel 1961, all’età di 54 anni e l’ortaglia venne abbandonata. All’epoca avevo 16 anni».

Come e quando nasce il Franchini imprenditore?
«A 13 anni andai a lavorare alla Ofar di Visano, un’azienda di forgiatura di proprietà di Armando Rossi. Tutte le mattine prendevo il treno alle 4, tornavo a casa alle 15. La sera frequentavo la scuola per geometri. A Visano conobbi Angelo Paletti di Mairano, un capo forgia abilissimo, che mi prese in simpatia e mi insegnò i trucchi del mestiere. Dopo otto anni come dipendente, mio fratello Santo mi convinse che era giunto il momento di metterci in proprio. Su consiglio di Angelo Paletti acquistammo dei terreni a Mairano, circa 5mila metri quadri e costruimmo un capannone di 1.000 metri quadri dove installammo la prima pressa».

Nel 1968 è nata la «Forgiatura Bresciana», attuale holding del gruppo. Dal capannone con una pressa ad oggi sono cambiate molte cose.

«La crescita dell’azienda è avvenuta con grande impegno e continuità di lavoro, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Sin da subito abbiamo cercato di creare una linea che riuscisse a soddisfare le esigenze di quelle che, al tempo, erano le aziende italiane più importanti del settore: Franchi, Atb, Ital Sider e Ansaldo. Nel 1975 lo stabilimento di Mairano fu ampliato, mentre nel 1978, per mancanza di spazio, abbiamo costruito un nuovo capannone con uffici a Flero. Dal 1980 siamo diventati una Spa. Nel 1995 mio fratello mi ha dato la possibilità di acquistare le sue quote, parte delle quali ho deciso di darle ai miei figli, Alessandra Alberto, che oggi sono miei soci».

Di cosa si occupa la sua azienda?

«La Franchini Acciai opera nei settori più svariati: oil e gas, nucleare, impiantistica, navale, power generation, cemento e minerario, meccanica generale, forgiati non a disegno. Il cuore dell’azienda è il reparto forgiatura, costantemente aggiornato con l’acquisto di macchinari di ultima generazione. E’ dotato di 3 presse con manipolatori integrati completamente automatizzate, con capacità massima di forgiatura di 100.000 t/anno». 

Chi sono i vostri clienti? 

«Lavoriamo con i più grandi colossi del settore, italiani ed esteri. I nostri maggiori clienti sono la Siemens e la General Electric».

In quale misura hanno inciso sulla produzione il Covid e la guerra in Ucraina?
«Il prezzo dell’energia è aumentato di dieci volte rispetto al 2020. Noi siamo dei grandissimi consumatori di gas ed energia elettrica e questo ci ha fortemente penalizzati». 

Che cosa fare per far fronte alla crisi energetica?

«Ritengo necessario che le istituzioni inizino a considerare seriamente la possibilità di investire nel nucleare e nella costruzione di centrali di ultimissima generazione, che garantirebbero energia pulita e con costi molto più bassi.

La nostra azienda sta realizzando speciali contenitori, dal diametro di 2 metri, in grado di contenere scorie radioattive per centinaia di anni in tutta sicurezza».

Oggi, che cosa significa essere un imprenditore?
«Significa essere responsabile prima di tutto di chi lavora per te, di chi ti fornisce il lavoro e poi di te stesso. Non tollero l’arroganza. Offro lavoro e lo ricevo a mia volta. Rispetto tutti e sono rispettato. Non sopporto chi mortifica le persone». 

Che ruolo gioca l’innovazione tecnologica?

«Ci ha consentito di crescere in qualità produttiva e nella salvaguardia dei dipendenti. Franchini Acciai SpA ha dato vita alla General Engineering, una società che si occupa dell’ideazione e progettazione di impianti innovativi, apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche in grado di ottimizzare i consumi energetici nel rispetto dell’ambiente».

Molte aziende lamentano una difficoltà nel trovare personale formato. Come risolvere questo problema?

«I giovani devono essere messi a contatto con le aziende per fare esperienza. Il ruolo della scuola e delle istituzioni è fondamentale». 

Cosa chiede un imprenditore alla politica?

«Deve dare la possibilità al mondo imprenditoriale di rialzare la testa. Salari bassi e inflazione bloccano la crescita e lo sviluppo».

Cosa vede nel futuro della Franchini Acciai?
«Nei prossimi anni ci sarà una crescita del settore industriale che per troppi anni è stato trascurato dalle politiche economiche dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese».

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