Valentina Nucera, Direttrice “Fondazione ITS Academy Cremona – Nuove Tecnologie per il Made in Italy”

ITS: teoria, laboratori, tirocini Ecco la chiave del successo

Sono scuole post-diploma che formano i tecnici di serie A per le nostre aziende

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Occhi acuti e penetranti, un’aria giovanile, mani sempre inquiete, Valentina Nucera dà l’impressione di possedere un’intensa vitalità. Già “Hub Manager” dell’Hub territoriale dell’Innovazione dell’Università di Crema, dal 24 marzo di quest’anno è la Direttrice della “Fondazione ITS Academy Cremona – Nuove Tecnologie per il Made in Italy” con sedi a Cremona, Crema e Brescia. Con uno straordinario curriculum alle spalle – in pratica ha anche insegnato ai tedeschi come inserire i giovani europei nel loro mondo del lavoro -, ha un compito impegnativo: lanciare anche nel nostro territorio provinciale l’ITS (Istituto Tecnico Superiore) con l’obiettivo di fare il pieno di iscrizioni ai tre corsi di eccellenza post diploma e ad alta specializzazione tecnologica che permettono ai giovani (dai 18 ai 35 anni) di conseguire il titolo di Tecnico Superiore. E, dopo un biennio di formazione altamente qualificata, di contare su agevoli sbocchi occupazionali nelle aziende interessate ad assumere studenti con competenze specifiche e mirate alle loro richieste. Aziende che continuano a bussare alle porte dell’ITS in cerca di talenti specializzati.

Gli ITS, infatti, sono la sfida del futuro per i nostri ragazzi e ragazze e per il nostro sistema produttivo. E nel compito di rilanciare questo percorso di studi, Valentina Nucera può confidare sull’appoggio, l’esperienza, l’autorevolezza e le conoscenze nel mondo politico e imprenditoriale del nuovo presidente della Fondazione ITS Academy, il senatore Renato Ancorotti, presidente della Ancorotti Cosmetics Spa, ex presidente di Cosmetica Italia, esponente di primo piano dell’industria cosmetica cremonese e nazionale, promotore del primo Ifts (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore) realizzato nel Cremasco. E può fare affidamento anche sul fattivo supporto dei soci fondatori fra i quali ci sono i rappresentanti di enti pubblici, associazioni di categoria, dirigenti scolastici, università, ed esponenti di numerose e importanti aziende del territorio.

Si parlava della facilità di impiego per gli studenti degli ITS. Il tasso di occupazione è davvero elevato – in media 8 persone su 10 trovano lavoro il giorno stesso in cui terminano i corsi – per la straordinaria flessibilità organizzativa, la presenza delle imprese nella governance e il raccordo con il mondo del lavoro: il percorso formativo, infatti, è progettato e realizzato in partnership con le aziende. Milano e la Brianza, Brescia e Bergamo, province ad altissima densità produttiva, sono oggi le locomotive degli ITS perché da tempo hanno fame di tecnici preparati e competenti, mentre altri territori, fra cui quello cremonese, stanno al momento rincorrendo. E lo devono fare in fretta. Ecco spiegate le ragioni della scelta di una direttrice determinata ed esperta, come Valentina Nucera, in questo specifico settore nel quale è ben sincronizzato l’incontro tra la domanda di tecnici qualificati e l’offerta di un’occupazione di qualità. «Gli ITS hanno tutte le potenzialità per piacere ai giovani diplomati che non vogliono, da subito, affrontare lunghi studi universitari o mettersi alla ricerca di un lavoro qualsiasi che, a volte, risulterà poi dequalificante» spiega lei stessa. «La NUOVA via degli ITS non è certamente un ripiego, ma rappresenta la via diretta per formare quei tecnici di cui le aziende lamentano la mancanza e che sono pronti anche con le competenze soft e trasversali per affrontare il mondo del lavoro. Tecnici che non solo hanno più facilità di entrare in aziende che offrono una posizione più qualificante, ma anche maggiori prospettive per chi vuole fare carriera e non si limita a strisciare il badge»

E non è finita: il piano di studi degli ITS fornisce una preparazione tanto solida da permettere agli studenti di potere ancora scegliere e affrontare con maggiore consapevolezza, dopo aver superato l’esame finale, un percorso universitario. Infatti gli ITS propongono un’offerta formativa parallela a quella universitaria, ma che ha in più uno stretto collegamento con il mondo della produzione e del lavoro.

Non solo un’occupazione sicura e in aree coerenti con il percorso di studi. L’ITS è fatto su misura per chi cerca una formazione di livello in tempi chiari e ragionevoli (la durata è di un biennio). Il percorso di studi coniuga da subito la teoria con la pratica, avendo come docenti (e tutor durante tutto il biennio), per il 60% delle ore di studio, tecnici e manager delle aziende oltre ai laboratori a disposizione.

«Fa la differenza coniugare lezioni con un docente che ti insegna la teoria e un altro che ti dimostra, di persona, come si fa una cosa e come ti verrà richiesta nel mondo del lavoro che andrai a fare. Inoltre, oltre ad essere una scuola che valorizza i talenti di ognuno, con i tutor a disposizione ogni ragazzo viene aiutato a superare le difficoltà che può incontrare» spiega ancora Valentina Nucera.

Sempre sul tema teoria-pratica, sulle 2000 ore del corso, 960 si svolgono in tirocini in azienda stabilendo così un legame molto forte con il mondo produttivo. Il percorso ITS può essere svolto fin da subito in regime di apprendistato di terzo livello, garantendo così una maggiore integrazione tra formazione e lavoro, che si conciliano grazie ad orari flessibili e percorsi creati ad hoc.

Le iscrizioni sono aperte a tutti i diplomati fino a 35 anni di età. Vanno bene i diplomi

di istruzione secondaria superiore di qualsiasi indirizzo, anche quelli non tecnici. Il primo periodo di lezioni, di 40 ore, infatti, è dedicato al riallineamento delle competenze per permettere a tutti di raggiungere lo stesso livello di skills in entrata a prescindere dalla scuola di provenienza e dal diploma conseguito. Ogni corso è composto dai 20 ai 30 iscritti e gli orari delle lezioni vanno dalle 14 alle 18.

E veniamo ai soldi. A fronte di un importo di 500 euro per l’iscrizione, tutti gli studenti quest’anno riceveranno una borsa di studio di 1.500 euro l’anno (quindi un totale di 3.000 euro) grazie alla Fondazione Next Generation 3C costituita dall’Associazione industriali di Cremona, e, anche se non è obbligatorio, tirocini e stage vengono retribuiti se effettuati nelle aziende partner della Fondazione ITS Academy Cremona o, comunque, vicine a questa istituzione. Al termine del secondo anno si acquisisce un diploma ITS di V livello EQF che è riconosciuto in tutta Europa.

La domanda è d’obbligo. Se queste scuole ad alta specializzazione tecnologica offrono reali opportunità di accesso nelle aziende già in posizioni qualificanti, come mai faticano, a volte e in alcuni territori, a fare il tutto esaurito? Il motivo è semplice: sono ancora poco conosciute dagli studenti e dalle loro famiglie. L’ITS, purtroppo, non fa ancora parte di un percorso tradizionale di studi che risulta familiare a genitori e giovani. «Una delle sfide che stiamo affrontando» sottolinea Valentina Nucera, «è proprio quella di riuscire a comunicare al meglio le opportunità offerte da questi ordinamenti».

Da qui le iniziative: gli speech ai diplomandi degli Istituti superiori, l’assidua partecipazione agli Open day di tutte le scuole, le sollecitazioni ai docenti perché sponsorizzino anche gli ITS nei colloqui con gli studenti e le loro famiglie quando questi si consigliano con gli insegnati sui percorsi scolastici post diploma.

Una delle strade da percorrere è anche quella di portare come Ambassador nelle scuole i neoassunti nelle aziende, ex studenti degli ITS che per vicinanza di età e di formazione possono essere meglio ascoltati dai loro coetanei studenti quando raccontano le loro esperienze. Noi abbiamo ascoltato quelle di quattro studenti del corso di meccatronica, scelti a caso e incontrati nella loro sede all’IIS Torriani.

INTERVISTE A QUATTRO STUDENTI: PERCHE’ HO SCELTO DI FREQUENTARE L’ITS PER IL MIO FUTURO LAVORATIVO

Francesco Zanaboni, 21 anni, di Dovera, diplomato al Galileo Galilei di Crema. «Ho una forte passione per l’automazione e ho scelto l’ITS perché il programma di studio è di soli due anni e perché spero di avere l’opportunità di un inserimento qualitativo nel mondo del lavoro. Ho studiato due anni al Politecnico, ma c’era troppa teoria e poca pratica». Il suo grande desiderio è quello di svolgere il tirocinio alla Vhit di Offanengo per l’alto livello dell’automazione e della programmazione degli impianti automatici. «Mi ha dato l’impressione di essere un’azienda innovativa nella quale è possibile fare carriera. Non ho ancora un’idea definitiva in quale impresa chiederò, poi, di lavorare; mi interessa solo che sia eccellente nell’automazione».

Manar Jbilou, 19 anni, si è diplomata al liceo scientifico in Marocco. «Questo corso mi sarà molto utile perché mi piace lavorare nella meccanica, e finora non ho avuto questa possibilità. Ho deciso io di iscrivermi all’ITS perché sono innamorata anche della matematica».

Che cosa pensa la tua famiglia di questa scelta? 

«Mia mamma è molto contenta della mia decisione; mio papà, purtroppo, è già morto, e ho un fratello e una sorella. La mia famiglia si è trasferita prima di me a Cremona, io ci vivo da soli 8 mesi perché prima, per motivi di studio, ho abitato a casa di una zia in un piccolo paese vicino a Casablanca».

Il futuro? 

«Dopo il diploma in meccatronica, sono sicura che troverò subito un’occupazione anche perché le donne possono fare tutti i lavori e gli ITS hanno bisogno di talenti femminili. Svolgerò il tirocinio presso Caldaie Melgari.”

Pietro Bolzoni, 19 anni, di Salvirola. Diplomato al Galileo Galilei. «Con il diploma dell’ITS in tasca, sono sicuro di inserirmi velocemente nel mondo del lavoro soprattutto in ambito meccanico di alto livello. E non nego che ricevere una borsa di studio di 3.000 euro è stato l’altro motivo allettante per farmi scegliere questa scuola. Avevo anche pensato di iscrivermi all’università, ma cinque anni di studio sono tanti. Troppi. Sono già stato scelto dalla Marsilli SpA di Castelleone, socia della Fondazione, come progettista meccanico».

I suoi genitori sono titolari di una falegnameria. «Avrei voluto diventare imprenditore e farmi le ossa nell’azienda di famiglia, ma mio padre mi ha scoraggiato perché, a suo parere, fare l’imprenditore oggi è un mestiere troppo stressante e in Italia è anche poco apprezzato; meglio, quindi, lavorare come dipendente perché stipendio e ferie sono assicurati». Chiusa la voglia di fare impresa, «ora voglio trovare un lavoro che mi gratifichi. Mi hanno parlato molto bene della Marsili amici e genitori di amici che in questa azienda hanno già lavorato o lavorano. L’ambiente è pulito e innovativo. E poi si tratta di una multinazionale: il poter fare in futuro, da dipendente, anche delle trasferte all’estero mi stimola molto». William De Carli, 20 anni, di Soresina. Diplomato all’Itis Galilei di Crema, specializzazione informatica e telecomunicazioni. «Ho detto subito di no all’università perché non avevo un’idea chiara e precisa a quale facoltà iscrivermi. Nel frattempo sono stato agli Open day organizzati alla Wonder SpA di Cremona e alla Vhit di Offanengo. Pensavo di trovare aziende sporche, invece mi hanno colpito gli ambienti puliti e accoglienti».

Che cosa hai fatto dopo il diploma all’Itis? 

«Ho aiutato mio papà, che di mestiere fa l’autotrasporta- tore, a caricare e scaricare la merce per pagarmi le vacanze».

Poi? 

«Ho capito subito che non mi appassionava diventare camionista o facchino».

E, quindi?

«E’ stato mio padre a spingermi a iscrivermi all’ITS dicendomi: “Non devi fare quello che sto facendo io. Puoi scegliere sicuramente di meglio».

Ripensamenti? 

«Neppure per sogno. Per almeno tre motivi. Il primo: il metodo d’insegnamento non è generalista: studiamo a blocchi; capito e superato il primo, si passa all’altro e così via. I docenti non sono solo professori universitari, ma anche tecnici delle aziende e si fa molta pratica nei laboratori. Secondo motivo: mi sta benissimo trovare subito il lavoro dopo due anni di studio, e nel settore della meccatronica ci sono aziende importanti e innovative; spero solo che lo stipendio sia adeguato. Terzo motivo: ho trovato stimolante pensare che diventerò tecnico di V° livello e che questa qualifica venga riconosciuta anche in Europa».

Hai già deciso in quale azienda farai il tirocinio? 

«E’ stato ancora mio padre a indicarmi la AF Automazioni. Girando con il camion tra le aziende del Cremonese, per lui quest’azienda è il massimo per chi, come me, ama l’automazione».

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