L’editoriale del Direttore Sergio Cuti

Anche il pesce volante deve tuffarsi in acqua

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N.01 Febbraio 2023

Non ci occupiamo di partiti, ma quando questi vogliono entrare nel dibattito sui grandi sistemi economici, meritano una risposta. Nella discussione seguita alla sconfitta del Pd nelle ultime elezioni politiche, qualche dirigente di questa forza politica ha sostenuto che il suo partito ha perso una parte del proprio consenso perché ha abbracciato il neoliberismo. Qualcun altro, sempre del Pd, ha ribadito che questa critica era un modo indiretto per iniziare a smantellare l’economia di mercato che, guarda caso, insieme alla concorrenza, è uno dei pilastri dell’Ue. Angelo Panebianco, in un recente intervento su «Il Mulino», ha sottolineato che dietro tutto questo – come ha riportato anche l’«Eco di Bergamo» – c’è un largo ceto di intellettuali orfani del socialismo, cioè «della grande coperta ideologica che un tempo alimentava e legittimava la polemica anti-capitalistica». Parlare nell’Italia di oggi di egemonia neoliberista è quanto meno surreale. Siamo il Paese con il maggior intervento della mano pubblica che ha incrementato il debito al 150%, Ilva e Mps ritornati allo Stato, ben 29 bonus vigenti, metà delle pensioni erogata senza contributi corrispondenti, una minoranza di contribuenti che paga sanità e servizi a tutti gli altri. Sono tutti temi che farebbero rivoltare nella tomba i padri del liberalismo. È neoliberalista anche Industria 4.0?

La verità, purtroppo, è un’altra: continua ad esserci in questo Paese una mentalità anti-impresa diffusa a tutti i livelli, mentre dobbiamo rendere solo onore agli imprenditori di fare il loro mestiere perché, se non fosse per loro, questo Paese andrebbe alla deriva.

L’ultimo esempio lampante l’abbiamo nella nostra provincia, più precisa- mente nel Cremasco: sono 11 anni che serve una bretella stradale di 3 km (dei quali solo 2,5 km da costruire ex novo) al servizio della zona più industrializzata di Crema (dove lavorano 3mila persone) perché far arrivare i camion nell’ex area Olivetti è davvero un’impresa. C’è già un progetto di massima elaborato dalla Provincia, e c’è già uno stanziamento regionale di 7 milioni di euro. Eppure, dopo 11 anni, si ricomincia da capo perché al Comune di Crema sono iniziati i ripensamenti e non è escluso un clamo- roso dietrofront.

Altro che neoliberalismo! Questa provincia, nel suo complesso, resta poco attraente per le imprese e non ha ancora saputo sviluppare i potenziali di cui dispone. Purtroppo, c’è chi ancora osteggia irresponsabilmente la crescita imprenditoriale sostenibile e di eccellenza che tutela il lavoro di tante persone. Eppure, il modello alternativo è lo statalismo.

Alitalia e Lufthansa erano due compagnie aeree pubbliche. La prima ha chiuso, la seconda ha conquistato molti mercati. Lo Stato deve creare le condizioni affinché i mercati funzionino, ma a lungo termine ha bisogno di un settore privato competitivo.

Come succede ai pesci volanti: per un certo tempo possono sostenersi in aria, ma presto devono tuffarsi in acqua.

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